Le rose e il Sud Africa

Viaggio intorno al tè, nella figura di Sabrina curatrice de il Roseto di Murta, vi porta a scoprire le rose del Sud Africa e il dolce Hot cross buns

Come abbiamo già visto in altre tappe del nostro viaggio intorno alle rose, spesso queste ultime hanno avuto un posto speciale nei bagagli di coloni e migranti che, lasciando per sempre la loro terra natale, decisero di mantenerne vivo il ricordo attraverso la fioritura di quelle piante che crescevano nei loro vecchi giardini.

Come recita il titolo del mio articolo dedicato all’Australia: ‘dove c’è la tua rosa, c’è la tua casa’, ed era esattamente questo il sentimento che spingeva i coloni a portare nelle terre lontane dove si stavano per trasferire una rosa o i semi dei fiori del proprio giardino, sperando che questi potessero far sentire loro un po’ meno la mancanza di casa.

‘Van Rieebeck’s rose’ (foto da babylonstoren.com)

Le rose del Sud Africa

La tappa del nostro viaggio di oggi ci porta in terre lontane, nell’emisfero australe. Andiamo, infatti, in Sud Africa, terra bellissima, per molto tempo divisa da tensioni culturali e razziali, strascico della colonizzazione europea iniziata nel 1652 dalla Compagnia delle Indie Orientali olandese e proseguita poi con l’arrivo degli inglesi. E, credeteci o no, le rose furono tra i primi coloni a sbarcare nel paese. Nel 1659, in un appunto del suo diario, l’esploratore Jan van Riebeeck scrive:

“I venti del sud-sud est soffiano forti e, proprio oggi,
ho raccolto da piante portate qui gli scorsi anni, la prima rosa olandese del Capo”.

esploratore Jan van Riebeeck

La rosa citata da van Rieebeck era una profumatissima rampicante, frutto di un incrocio tra una rosa centifoglia e una rosa Gallica ottenuta dagli olandesi.

Discendenti di questa rosa, oggi molto rara in Europa, esistono ancora oggi nei giardini sud africani e i loro proprietari fanno in modi di propagarle continuamente per non perderle, ma soprattutto ne raccontano la storia per tenere viva la memoria delle proprie radici.

‘Van Rieebck’s rose’ (foto da: babylonstoren.com)

Nove anni dopo l’appunto scritto da Van Rieebeck, un altro testimone registra la presenza al Capo di rose meravigliose, a testimonianza del fatto che il clima locale era particolarmente favorevole alla coltivazione di questo fiore. Man mano che nuovi coloni arrivavano nel paese e si spostavano al suo interno, nuove rose si diffondevano in fattorie, villaggi e missioni. Erano quelle che anche noi coltiviamo nel nostro Roseto di Genova: rose cinesi, , Bourbon e altre, classificate come “rose antiche”. Ogni ondata di immigrati che arrivava dall’Europa portava nuove rose che attechivano e prosperavano nel clima temperato del paese.

Un magnifico giardino di rose a Bedford, nella zona orientale di Città del Capo (foto da Karooheartland.com)

Anche in Sud Africa, come nel resto del mondo, botanici e giardinieri iniziarono a incrociare le rose antiche con le nuove varietà introdotte nel 1900, ottenendo numerosi ibridi che popolano i giardini contemporanei della “Nazione arcobaleno“. La popolarità delle nuove rose, tuttavia, non cancella l’amore per le rose antiche, custodi della storia del paese e della memoria di chi, per primo, le piantò nei suoi giardini. Come in molti paesi del mondo, infatti, anche qui esistono diverse associazioni che ne promuovono il valore culturale e botanico.

Hot cross buns (foto di Valeria Poggi)

Ricordo che in Sud Africa si produce l’infuso di Rooibos che ha molte proprietà.

Hot cross buns per l’ora del tè!

Visto che Pasqua si sta avvicinando, la ricetta per l’ora del tè di oggi è adatta per l’occasione. E’ un grande classico della cucina inglese, gli hot cross buns che trovate anche nel libro L’ora del tè in Liguria che Barbara ha recensito per me e le altre autrici qualche anno fa. La ricetta è della mia amica Valeria Poggi.

Porzioni: circa 12-15 pezzi
Tempo di preparazione 40 minuti più la lievitazione

Ingredienti:

Per la pasta:
500 g di farina manitoba
2 cucchiaini di sale
70 g zucchero semolato
Una confenzione di lievito di birra secco (o un panetto fresco)
40 g di burro
2 uova
120 ml latte
120 ml acqua a temperatura ambiente

Per il ripieno:
100 g uvetta
100 g arancia candita
La scorza grattugiata di un’arancia
1 mela pulita e a cubetti
1 pera pulita e a cubetti
2 cucchiaini di cannella

Per le croci:
80 g di farina e 80 g d’acqua
75 g di confettura di albicocca per glassare

Hot cross buns (foto di Valeria Poggi)

Procedimento:
Nel mixer, mettete la farina, con sale, zucchero, lievito, burro, uova, latte e acqua.
Mescolate bene tutti gli ingredienti, eventualmente aggiungendo un altro pochino d’acqua, fino ad
ottenere un impasto morbido e leggermente appiccicoso.
Posizionate il vostro impasto sul piano di lavoro e continuate ad impastare a mano per una decina di
minuti. Quando la pasta non sarà più appiccicosa, mettetela a lievitare in una ciotola leggermente oleata e
coprite con pellicola fino a che sarà raddoppiato di volume (dopo circa 2 ore). A questo punto, estraete l’impasto dalla ciotola ed allargatelo con cura sul piano di lavoro. Distribuite sulla superficie dell’impasto tutti gli ingredienti per il ripieno e impastate con attenzione ripiegando la pasta su se stessa, per distribuirlo all’interno dell’impasto.
Quando sarà tutto ben amalgamato, lasciate lievitare ancora per un’altra ora.
Arrotolate poi la pasta fino a formare una sorta di salame. Tagliate il rotolo in 12 parti uguali, formate delle palline e mettetele a lievitare una vicino all’altra su una teglia rivestita con carta forno.
Lasciate lievitare ancora un’ora.
Nel frattempo in una ciotolina mescolate acqua e farina per formare la pastella con cui disegnerete
le croci. Riscaldate il forno a 220 gradi e mettete la pastella in una sac a poche o in una penna per dolci.
Disegnate con un movimento unico le croci sulle palline di impasto.
Infornate per circa 20 minuti, o finché ben dorati.
Appena sfornati, posizionateli su una gratella e spennellateli con la confettura di albicocche leggermente scaldata.

Sabrina
24 marzo 2024

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