Il tè in Francia, storia di Mariage Frères

Viaggio intorno al tè ti porta a scoprire la storia del tè in Francia  e della ditta del tè Mariage Frères

Questa volta partiamo a scoprire come il tè arriva in Francia.

L’Europa alla conquista dell’Oriente

Dal XVI alla prima metà del XX secolo non solo il Portogallo, l’Olanda e la Gran Bretagna erano interessati all’espansione coloniale in Asia ma anche la Francia.

Con l’articolo Il commercio del tè con l’Oriente abbiamo scoperto che i primi a importare il tè In Europa, e solo in patria, furono i portoghesi e che raggiunsero la Cina nel 1514.

La Compagnia olandese delle Indie Orientali venne istituita nel 1602 e detenne il monopolio dei traffici commerciali in Africa e in Asia oltre che il permesso di esercitare un’autorità politico-militare. In Asia si impossessarono dell’arcipelago indonesiano e fondarono Batavia, conosciuta ora come Giacarta, come base principale delle operazioni mercantili e militari.

I primi a commercializzare il furono gli olandesi che lo caricavano nel 1607 a Macao (Cina) e nel 1609 a Hirado (Giappone). Da qui la nave della Compagnia delle Indie orientali olandesi trasportava in primis il tè verso il porto commerciale di Bantam (Isola di Giava) e poi inviato in Europa. Negli anni seguenti gli olandesi cominciarono a vendere il tè agli inglesi, ai tedeschi e ai francesi.

Solo nel 1669 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali importò i primi 100 gr di  e il suo commercio cominciò ad assumere una certa importanza nel 1678 quando vennero acquistate 2.137 kg.
All’inizio la compagnia inglese ebbe difficoltà a garantirsi un rifornimento costante in quanto gli olandesi lo acquistavano regolarmente a Batavia (Giacarta), dove veniva portato dalle giunche cinesi, e da qui partiva verso Amsterdam.

Fino agli inizi del seicento sia l’impero giapponese che quello cinese scelsero di non allacciare rapporti commerciali con gli europei. Solo le missioni di evangelizzazione di gesuiti, in Cina Matteo Ricci (1552-1610) e in Giappone Francesco Saverio (1506-1552) riuscirono a penetrare in questi Paesi e accolti presso le corti imperiali.

Da un tale apprendemmo che l’Imperatore della Cina aveva da ultimo messo a morte cinquemila persone per
aver svolto commerci fuori dal paese contrariamente al suo editto e aveva confiscato tutte le loro merci.
John Saris, Il viaggio del Capitano John Saris in Giappone, 1613.

Mariage Frères- Latta tè Marco Polo

Non dimentichiamo che prima di questi missionari erano arrivati in Cina altri europei tra cui i mercanti e esploratori Niccolò Polo e suo fratello Matteo. In seguito ritornarono con il figlio di Niccolò, Marco Polo (Venezia 1254-1324). Marco Polo raccolse nell’opera letteraria Il Milione i suoi viaggi in Estremo Oriente, una vera e propria enciclopedia geografica sulle conoscenze sull’Asia che ispirò i successivi viaggiatori come Cristoforo Colombo. I Polo viaggiarono, tra il 1271 e il 1295, attraverso l’Asia lungo la Via della seta fino a raggiungere il Catai, la Cina. Nel Milione sono raccontate le esperienze alla corte di Kublai Klan, il più grande sovrano orientale dell’epoca, del quale, per quasi 17 anni, Marco fu al servizio.

La Francia alla conquista dell’Oriente

La Compagnia francese delle indie orientali fu un’impresa commerciale marittima fondata nel 1664 per competere con la Compagnia olandese delle indie orientali e con la Compagnia inglese delle indie orientali. Fu ideata istituita dal re Luigi XIV e ideata da Jean Baptiste Colbert. La Compagnia derivava dalla fusione di tre precedenti compagnie di cui la Compagnia d’Oriente che era stata voluta da Enrico IV e a cui aveva conferito un monopolio di 15 anni per il commercio con le Indie.

Alla Compagnia francese delle indie orientali fu concesso un monopolio di 50 anni sul commercio francese negli Oceani Indiano e Pacifico. L’Impero Moghul, di religione mussulmana, dominò su quasi tutto il territorio dell’Asia meridionale durante la dominazione islamica in India. I Moghul sono rimasti famosi per lo sfarzo della loro corte imperiale, delle capitali come Delhi e del monumento Taj Mahal ad Agra. Questa dinastia fu l’ultima forza unificatrice dell’India prima della conquista europea. La sua fine diede inizio alla dominazione britannica.

Con il declino dell’Impero Moghul i francesi decisero di intervenire negli affari politici indiani allo scopo di proteggere i propri interessi soprattutto nell’India del Sud.
La Compagnia fu abolita nel 1769.

La Francia conosce il tè

L’introduzione del tè suscitò molte controversie anche negli ambienti medici.
Nel 1634, il gesuita padre Alessandro di Rodi, dopo aver vissuto 35 anni in Cina, rivelò che il tè lo alleviava dalle sue emicranie.
Nel 1648, un certo Sieur Morisset presentò una tesi alla facoltà di medicina di Parigi assicurando che il tè aiutava lo spirito. Fu grazie ad un altro medico, François Souquet, che il gusto del tè prese piede, per essere definitivamente adottato dalla borghesia intorno agli anni Quaranta dell’Ottocento.

Uno dei primi amanti del tè francese fu Luigi XIV. Si racconta che nel 1665 i suoi medici gli prescrissero del tè per facilitargli la digestione. Il re aveva appreso altrove che i cinesi e i giapponesi non soffrivano di gotta, non avevano problemi cardiaci e lo prendevano regolarmente per il suo benessere.

Successivamente, il 1° settembre 1686, il Re Sole avrebbe ricevuto da Kosa Pan (1633-1699), ambasciatore thailandese in Francia, un bollitore per il tè in oro, fastoso regalo destinato a far conoscere la bevanda e facendola diventare presto la bevanda reale, dei gentiluomini e degli aristocratici.
All’inizio il tè non piacque alle signore che per un certo periodo preferirono il cioccolato. Il cancelliere Séguier, Madame de Genlis così come il cardinale Mazzarino furono ferventi seguaci. Secondo le lettere di Madame de Sévigné, l’abitudine di aggiungere il latte al tè venne dalla Francia, e fu la Marchesa de la Sablière ad inaugurare questa moda ormai diffusa in tutto il mondo.

Il tè francese

Intorno al 1782 un albero del tè veniva piantato nel Jardin des Plantes di Parigi rappresentando una pianta rara e curiosa. Nel 1988 Mariage Frères ha affidato a questo stesso Giardino una pianta di tè proveniente dalla provincia di Shizuoka, in Giappone.

All’inizio del XX secolo i francesi cominciarono a sperimentare le coltivazioni di tè negli altopiani dell’Indocina. Sono state anche effettuate prove di coltivazione sull’isola della Riunione, ma sfortunatamente senza molto successo.

Oggi i francesi consumano in media 210 grammi di tè a persona all’anno, ovvero circa 100 tazze.

L’origine di Mariage Fréres

Mariage Frères logo

Il tutto ebbe inizio nel 1660 quando il re Luigi XIV incaricò Nicolas Mariage, commerciante di spezie, di portare alla corte di Versailles i tè provenienti dalla Persia e dall’India. Mariage, facendo vari viaggi in Persia, nell’India Orientale e nell’India di Moghul, ha avuto un ruolo importante nel commercio di spezie e prodotti alimentari coloniali in Francia.

Suo fratello Pierre, nello stesso periodo, fece vari viaggi nel Madagascar, importando la pregiata vaniglia.

Nel 1766 nasce Jean-Françoise Mariage il quale continuò a Lille la tradizione del commercio del tè, spezie, vaniglia e prodotti alimentari. Formò i suoi figli e nel 1830 due dei suoi quattro figli, Auguste e Aimé Mariage, si stabilirono nel quartiere Marais a Parigi per lavorare nel commercio di merci coloniali e nella raffineria di zucchero.
Nel 1854 i loro figli Henri e Edouard, importando tè e vaniglia, fondarono nella capitale la prima Maison de thé Mariage Frères. Da allora e fino al 1983 importando tè e vaniglia forniscono sale da tè, alberghi e gastronomie.
Nel 1984 aprono la vendita al dettaglio e fu gestita da un discendente di Nicolas, Marthe Cottin, che senza eredi decise di vendere l’azienda alla tailandese Kitty Cha Sangmanee che si trovava nella capitale a studiare diritto internazionale. All’acquisto si unì Franck Desains.

I nuovi proprietari decisero di commercializzare i tè e di creare nuove miscele con il proprio marchio e aprirono la loro prima casa da tè al civico 30 di rue Bourg-Tibourg nel quartiere del Marais.

La casa da tè, nel cuore della vecchia Parigi, è rimasta intatta: le vecchie casse da tè cinesi, le bilance, i setacci, le lancette, il bancone coloniale sono ancora utilizzati e ne fanno un vero e proprio museo dove entrando si viene accolti dai profumi del tè che, negli anni, hanno permeato le boiserie e le pareti. Queste stesse mura ospitano anche una sala da tè dall’arredamento coloniale che armonizza marmi, dipinti veneziani, rattan naturali e piante esotiche sotto un tetto in vetro dal fascino discreto. Puoi gustare specialità di tè molto raffinate per il brunch o il pranzo, sempre accompagnate da tè, gelati, pasticcini, gelatine o cocktail fatti in casa per rendere l’ora del tè una festa.

Mariage Frères offre agli amanti del tè anche altri due indirizzi parigini. Dal dicembre 1990, Rive Gauche, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, in una residenza classificata del XVII secolo le cui pietre e lavori in legno trasmettono lo spirito della Compagnia delle Indie Orientali; e dal dicembre 1997 in una prestigiosa residenza haussmaniana a Plaine Monceau che il mix culturale della famosa Esposizione Coloniale permea con i suoi profumi. Ogni Casa Mariage Frères ospita anche un museo del tè unico.

Mariage Frères, desiderando far conoscere al mondo l’arte francese del tè, ha aperto le sue case da tè anche in Giappone, nel centro storico di Ginza, a Tokyo, così come nei quartieri più famosi di Kyoto, Kobe o Osaka. 

L’Arte francese del tè riprende l’estetica e il gusto come nella tradizione orientale. Saper riconoscere i tè e prepararli in modo tale da rispettare la specificità di ognuno di essi per sviluppare il loro sapore unico. Quindi è importante la qualità e la temperatura dell’acqua e il tempo d’infusione. Tenere un tè troppo in infusione rendere il tè con un gusto amaro.
Come per il vino, l’abbinamento tè-cibo è particolarmente ricercato. Perché non provare anche noi?

buon #viaggiointornoaltè e #témozioniamoci e state sintonizzati perché presto Sabrina ci parlerà della Francia e delle rose.

Barbara
18 maggio 2024

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* immagini reperite nel web con il solo scopo divulgativo


11 pensieri su “Il tè in Francia, storia di Mariage Frères

  1. Confesso che ho conosciuto Mariage Freres solo qualche anno fa grazie a csaba della zorza..ma non ho mai visitato però la casa da the a Parigi nessuno degli indirizzi purtroppo💁‍♀️.Grazie per tutte queste informazioni utili, non le conoscevo davvero
    buona domenica a te Barbara

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  2. Grazie per la storia, che non conoscevo così dettagliata. Sono stata invece più volte nel negozio a Parigi, confermo che è davvero affascinante e vale una visita, anche senza comperare niente. Ma ora devo andare a cercare gli alberi del tè al Jardin des Plantes. Se li trovo faccio due foto e te le mando. Grazie Barbara!

    Piace a 1 persona

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