Le rose del Reverendo Joseph Pemberton

Sabrina dell’Ora del tè in Liguria ci fa scoprire il Borrowdale teabread

Buon giorno amici di rose e di tè, scusate la lunga assenza dovuta ai tanti impegni legati al roseto, al mio giardino e alla scuola. Ringrazio di cuore le persone che seguono questo spazio con interesse, ne sono davvero contenta. Oggi usciamo dal Roseto di Murta, per una volta, perché cercando un legame tra le rose e il tè, come di consueto, mi è venuta la voglia di raccontarvi di una classe che amo molto e che, ancora, è poco conosciuta.

Si tratta delle rose che ho scelto per un altro giardino che sta nascendo qui a Trasta (Ge) dove abito e che sarà il punto di partenza di un percorso chiamato ‘La via delle rose‘ che condurrà al cimitero e alla sua collezione di rose cinesi. Ma senza ulteriori indugi, vi presento gli Ibridi di Moschata del Reverendo Joseph Pemberton, nati al culmine dell’epoca vittoriana, periodo che di rose e ha molto da raccontare.

Cornelia
Cornelia

Se rispettiamo la convezione secondo la quale si definiscono “antiche” le rose prodotte prima il 1867 Felicia, Penelope, Cornelia, Vanity, Ballerina e le loro compagne devono essere classificate come “moderne” anche se la loro storia, come dicevo, è profondamente radicata nella mia amata Inghilterra Vittoriana, periodo di formazione del loro creatore.

Chiudiamo gli occhi, dunque, e viaggiamo nel tempo. Siamo nel 1864. Entriamo in punta di piedi nel giardino di un cottage vittoriano, stracolmo di rose: quelle piantate e coltivate dalla nonna, le antiche non rifiorenti, ma ricche di fascino e profumo, sono state spostate nelle aiuole più remote per lasciare spazio ai nuovi arrivi dalle prolungate fioriture. Anche il giardino, si sa, segue le mode dei tempi. Tra queste “novità”, il padre rosomane del piccolo Joseph, acquistò una delle mie preferite: la Bourbon Souvenir de la Malmaison, di cui ho già raccontato, che toccò il cuore anche del ragazzino, tanto che alla partenza per il collegio se ne portò dietro una talea per sentire meno la nostalgia di casa.

Felicia
Felicia

Dopo la morte del padre, nel 1874, Joseph e la sorella Florence iniziano partecipare a concorsi e mostre di rose e nel 1876 si iscrivono alla National Rose Society appena creata. Negli anni seguenti, il Reverendo Pemberton inizia il suo ministero a Collier Row, continuando a coltivare la sua passione per le rose e a vincere premi e onorificenze. Tuttavia, il cuore del Reverendo continua a battere soprattutto per le rose antiche che sua nonna e il padre coltivavano in giardino e, non esistendo nelle mostre un premio dedicato a quella categoria, ormai sorpassata nell’affetto degli appassionati, da ibridi perpetui e ibridi di tè, decide di smuovere le acque e, con un gesto che potremmo definire ‘di protesta’, porta alla mostra annuale di South Kensington una composizione formata da: Aimée Vibert, Maiden’s Blush, Rosa Mundi e Lucinda che espone con un cartello con su scritto ‘fuori concorso’. Quel mazzo di rose così romantiche, attira l’attenzione di molti visitatori e appassionati che, con grande gioia di Joseph stesso, riscoprono e rivalutano il fascino di queste antiche bellezze non rifiorenti.

Vanity
Vanity

Nel 1911, con l’aiuto dei suoi giardinieri John e Ann Bentall, Pemberton fa il passo successivo e inizia a ibridare le sue prime varietà. Il sogno era dare il suo contributo al mondo delle rose creando un nuovo gruppo di piante che fossero sempre in fiore pur ricordando nell’aspetto e nel profumo le rose antiche del giardino della sua infanzia. Le nuove nate, ottenute da incroci tra “Trier”(derivata da Aglaia, un ibrido tra una Rosa Multiflora e la Noisette Reve d’or) e alcuni Ibridi di tè, furono chiamate “Ibridi di Moschata”. Il nome fu coniato dall’allora segretaria della National Rose Society in una recensione per la rosa ‘Pax’ introdotta nel 1917 e da allora è diventata la denominazione ufficiale di questo gruppo di rose inglesi che, tuttavia, mantengono molte caratteristiche delle Multiflora (rifiorenza, fiori a grappolo, profumo) e degli ibridi di tè, e che poco hanno in comune con le Moschata da cui prendono il nome. 

La Round house di Havering-Atte-Bower
La Round house
di Havering-Atte-Bower

In punto di morte, nel 1926, il Reverendo Pemberton volle essere portato al piano superiore  della sua casa, la Round House, per poter chiudere gli occhi ammirando la passione di una vita: le sue amate rose che lasciò in eredità al giardiniere Sprizen e ai coniugi Bentall, i quali continuarono la sua opera, passando poi l’azienda al figlio Jack che la portò avanti fino agli anni ’70.

E il , direte voi? Secondo la tradizione del villaggio di Havering-atte-Bower nella contea inglese dell’Essex in cui si trova anche il Pemberton Rose Garden, la Round House dove il Reverendo visse gli ultimi anni della sua vita e morì, fu costruita da un mercante di tè in pensione che volle per la sua casa questa strana architettura che ricorda la forma di un tea caddy, cioè di un contenitore per il tè, in onore di questo prodotto che aveva fatto la sua fortuna. Rose e tè che tornano a intrecciarsi dunque? Altra casualità per me che amo il tè  e la sua storia quanto le rose? Chissà…fatto sta che dovrò aggiungere questo giardino e questa dimora alle tante che devo, prima o poi visitare in Inghilterra. Oggi, la Round House (che vedete in una foto tratta dal web) è una casa privata che ogni tanto apre ai visitatori.

Vi lascio il link, nel caso vogliate fare un tour virtuale del Pemberton Rose Garden, giardino storico che circonda una antica dimora, oggi sede del Saint Francis Hospice.

Il Reverendo Pemberton, da buon vittoriano avrà sicuramente gustato il in mezzo alle sue rose. La ricetta che vi lascio oggi è molto antica: il Borrowdale teabread, un dolce da tè tipico del Nord dell’Inghilterra, ma esistente in molte varianti. Io lo faccio e lo servo con il tè Assam, molto diffuso al tempo della Regina Imperatrice, ma potete usare quello che vi piace di più purché nero (black).

Borrowdale teabread
Borrowdale teabread

Borrowdale teabread

Ingredienti:
200 ml di tè  (Assam/Darjeeling/English Breakfast classico)
100 g uva passa
100 g zucchero di canna
1 uovo
300 g farina
1 busta di lievito per dolci
Cannella in polvere q.b.

Riscaldare il forno  a 180°C

Preparare il tè e mettere in ammollo l’uva passa per circa un’ora. Montare l’uovo con lo zucchero, aggiungere la farina, l’uva passa e il lievito. Lentamente mescolare e aggiungere il tè usato per ammorbidire l’uva passa. Non è detto che serva tutto, incorporarlo lentamente, fino ad ottenere un impasto cremoso che dovrà poi essere versato in uno stampo da plumcake.

Cuocere per circa 45 minuti.

Una volta raffreddato, tagliare a fette e servire il tea bread imburrato.

Se ben conservato, questo dolce dura anche una settimana. Per servirlo, lo si può riscaldare in un tostapane e spalmarlo con burro. Sarà un ottimo compagno per il vostro tè delle cinque.

Sabrina

ig- Garlands_of_hearts
ig-loradelteinliguria
www.rosetodimurta.it

NOTA: Alcune immagini sono tratte dal web

2 pensieri su “Le rose del Reverendo Joseph Pemberton

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