Thomas Hanbury, tra tè e rose

Viaggio intorno al tè, nella figura di Sabrina curatrice de il Roseto di Murta, vi porta a scoprire le rose della villa Hambury a Ventimiglia e i baci di dama

Sono felice di riavere Sabrina che ci parla delle rose e di un dolce da abbinare ad una tazza di . Non mi resta che augurarti una buona lettura. Per chi non la conoscesse trova i suoi articoli in “L’ora del tè e delle rose“. Barbara

E’ passato molto tempo dall’ ultima tappa di questo viaggio intorno al tè e alle rose. Ringrazio Barbara per la pazienza….sono stati mesi di intenso lavoro per me al Roseto di Murta e dintorni.

Ma non voglio rinunciare a questa rubrica che mi ha dato l’opportunità di conoscere belle persone e di imparare molte cose nuove: fare ricerche per gli articoli mi dà sempre l’opportunità di approfondire e conoscere, cose che amo fare! Inizio il 2024 con il proposito di continuare questo viaggio di scoperta e condivisione con Barbara e tutti voi suoi lettori fedeli!

Villa Hanbury, Ventimiglia (Foto dal Web)

Da tempo volevo affrontare questo argomento che unisce i due ingredienti di questa rubrica, il tè e le rose, e non mi porta molto lontano da casa. Oggi facciamo una tappa nella Riviera Ligure di ponente per visitare un giardino storico: Villa Hanbury che ospita uno degli Orti Botanici più importanti in Italia.

Thomas Hanbury

Thomas Hanbury, di cui la villa e il parco portano il nome, nacque a Londra nel 1832 da una famiglia della ricca borghesia. All’età di diciassette anni, iniziò a lavorare per la William James Thompson & Sons, una agenzia di importazione del e nel 1853 avviò a Shanghai la sua impresa: Hanbury&co che si occupava di commercio di tè e seta. In breve tempo divenne ricchissimo, tanto da arrivare ad essere il maggiore proprietario terriero di Shanghai.
Nonostante le continue tensione tra europei e popolazione cinese, Hanbury era molto rispettato anche perché era suo interesse creare infrastrutture che potessero contribuire allo sviluppo delle comunità nei dintorni di Shanghai. Contribuì alla costruzione dell’ospedale della concessione internazionale di Shanghai (realizzata nel 1863 a seguito della Prima Guerra dell’Oppio). Fu direttore della prima tratta ferroviaria della Cina (Woosung Railway) e il primo messaggio telegrafico da Shanghai a Hong Kong fu inviato dal suo ufficio. Uomo di progresso, dunque, ma anche cultore di bellezza e promotore del territorio.

Thomas Hanbury (foto dal Web)

Come nel caso di molti inglesi a lui contemporanei, i viaggi sul continente europeo e sulla Riviera Ligure erano un must! Durante un soggiorno in Costa Azzurra nel 1867, visitò una villa a picco sul mare in località Capo Mortola a Ventimiglia: fu amore a prima vista! Hanbury acquistò la tenuta di Villa Orengo. Due anni dopo, nel 1869, dopo essersi sposato, si recò in Cina dove chiuse tutti i suoi affari e nel 1871 si trasferì definitivamente alla Mortola.

I lavori di restauro del parco di Villa Orengo erano già iniziati nel 1867 sotto la supervisione del fratello Daniel che assoldò Ludwig Winter, un noto architetto paesaggista. I fratelli Hanbury, appassioni di botanica, fin dalla giovinezza, avevano sognato di realizzare un giardino di acclimatazione per favorire l’introduzione in Europa delle nuove varietà botaniche che arrivavano da tutto il mondo, a seguito delle spedizioni dei cacciatori di piante iniziate fin dal 1700. Il clima favorevole della Riviera, sembrava rendere questo sogno possibile e, infatti, così fu. Tra le piante che, da subito attirarono l’attenzione degli appassionati, cito le collezioni di varietà provenienti dall’Australia, dall’America e dal Sud Africa. E’ interessante dire che le piante erano anche oggetto di studio scientifico per le loro proprietà farmaceutiche.

Il parco di Villa Hanbury (Foto dal Web)

Le rose della collezione Hambury

Ovviamente anche le rose furono e sono ancora oggi, una parte importante della collezione Hanbury: le prime furono portate direttamente dal giardino di casa a Clapham Common subito dopo l’acquisto della tenuta. Altre, furono acquistate dai vivai della riviera, tra cui 3000 varietà da quello del grande ibridatore Nabonnand, produttore di rose tè di cui abbiamo già parlato.

Rosa banskiae var. f. lutescens – foto dal web

Tra le rose più famose di Villa Hanbury, cito alcune varietà originarie della zone dello Yunnan e Shanxi: Rosa banskiae var. f lutescens e Rosa banskiae var. banskiae con il suo caratteristico profumo di violetta. Entrambe sono sarmentose, cioè raggiungo grandi dimensioni.
Le rose classificate come Banskiae devono il nome ad un altro inglese importante nella botanica: Joseph Banks, direttore della Royal Horticultural Society a cavallo tra il 1700 e il 1800 che contribuì alla loro scoperta in Cina. La varietà a fiore giallo, una delle più diffuse ancora oggi, fece la prima tappa in Europa proprio a Capo Mortola da cui poi si diffuse in Inghilterra, Francia e nel mondo.

Rosa banskiae var. banskiae – foto dal web

Alla morte di Hanbury, avvenuta nel 1907, la villa passo ai figli. Daniel, nel 1922 acquistò anche Villa della Pergola di Alassio, oggi proprietà della famiglia Ricci che ne ha recuperato il parco rendendolo uno dei giardini più belli in Italia. In particolare Villa della Pergola è nota per la sua collezione di glicini e di agapanthus.

Dal 1983, il giardino di Thomas Hanbury è affidato all’Università degli Studi di Genova che ha in gestione anche l’Orto Botanico del capoluogo ligure. Da anni, come Roseto di Murta siamo in contatto con Elena Mora, curatrice dell’Orto che ci ha donato alcune varietà di rose provenienti dalla Collezione Hanbury che stiamo cercando di identificare e che abbiamo messo a dimora nel piccolo Roseto di Trasta lungo La Via delle Rose.

Con la ricetta che propongo per l’ora del tè di questa tappa, rimango in Liguria, anche se a dire il vero, pare che la paternità dei Baci di dama debba essere attribuita ai piemontesi. Ingrediente principale sono le nocciole, in particolare il così detto Misto Chiavari, cioè un assortimento proveniente da vari noccioleti della Val d’Aveto. La presenza delle nocciole e della cioccolata, suggerisce un abbinamento o con un classico Tè nero Assam, oppure con un Sencha. La ricetta è tratta dal libro: L’ora del tè in Liguria, Sagep Editore che ho scritto e curato con un gruppo di amiche e che finanzia i progetti della Via delle rose.

I baci di dama di Nonna Ninni, foto Stefania Perrone da: L'ora del tè in Liguria, Sagep Editore
I baci di dama di Nonna Ninni, di Cristina Balostro. Foto: Stefania Perrone, da: L’ora del tè in Liguria, Sagep ed.

I baci di dama di Nonna Ninni, di Cristina Balostro, foto di Stefania Perrone

Ingredienti:
300 g di farina 00
200 g di nocciole sgusciate
100 g di mandorle pelate
100 g di zucchero semolato
200 g di burro
3 cucchiaini di olio di semi
80 g cioccolata fondente

Procedimento:
Tostare le nocciole in forno a 180°C. Tritarle nel mixer con le mandorle il più finemente possibile poi unire il composto alla farina setacciata e allo zucchero. Amalgamare bene il tutto.

Sciogliere il burro a bagnomaria e aggiungerlo al composto di mandorle, noci e farina. Impastare fino ad ottenere una pasta omogenea, compatta e morbida. Arrotolare il composto in rotoli dello spessore di un dito e tagliarli a tocchetti che andranno poi lavorarti a formare una pallina.

Disporre i baci su una teglia oleata e infornare a 140°C per circa venti minuti.

Quando i baci sono freddi, procedete a farcirli con la cioccolata e ad accoppiarli.

Sabrina
7 gennaio 2024

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12 pensieri su “Thomas Hanbury, tra tè e rose

    1. Sabrina ha questa bellissima capacità di farci emozionare attraverso i suoi articoli.
      Se cerchi nella rubrica “Uno spazio per te” all’interno c’è la sua rubrica “L’ora del tè e delle rose” dove troverai tante belle storie intorno alla rosa.
      “https://viaggiointornoalte.net/category/uno-spazio-per-te/lora-del-te-e-delle-rose/

      Piace a 2 people

  1. Amo Villa Hanbury, per me un posto del cuore: la prima volta che ci andai era con la gita delle scuole medie e ci fece da guida il giardiniere di Italo Calvino, Libereso Guglielmi, personaggio incredibile, dal multiforme ingegno, che sembrava tanto un gigante buono. Ho lavorato tra Bordighera e Ventimiglia per qualche anno e ho incrociato molto spesso il personaggio di Thomas Hanbury, personalità davvero importante per lo sviluppo dell’estremo Ponente Ligure dal punto di vista sociale e culturale.

    Piace a 1 persona

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