Sir Thomas Lipton, la Coppa America e Luna Rossa

Viaggio intorno al tè vi porta alla scoperta delle origini dell’America’s Cup

Eccomi qui a scrivere un articolo di cui non avrei mai immaginato e devo dire grazie ad una persona che me ne ha parlato giusto qualche giorno fa dicendomi che Thomas Lipton, oltre che essere commerciante del famoso marchio di , era anche un velista. Mettevi comodi, in compagnia di una tazza di tè, perché

l’articolo, vi avviso subito, che è lungo visto che di cose da dire ce ne sono molte e, come ormai avrete capito, gli eventi si intrecciano tra di loro e spero di riuscire a parlare anche di quest’argomento in maniera chiara.

I clipper e la rivalità tra americani e inglesi

Il è decisamente legato alla nautica, inizialmente raggiungeva l’Europa con i pesanti vascelli per poi arrivare a noi, in maniera più veloce, con i Clipper, di cui vi ho parlato in questo articolo. Per chi volesse approfondire ecco quello che parla del Commercio del tè con l’Oriente.

Le repubbliche marinare

Come sappiamo gli inglesi hanno sempre fatto da padroni del mare e si contendevano i territori principalmente con i portoghesi, gli olandesi, i francesi. Noi italiani non dimentichiamo che avevamo le Repubbliche marinare e le cito per ricordare che anche noi abbiamo avuto una certa importanza con il commercio verso l’oriente e il suo controllo durante il Medioevo. Genova e Venezia continuarono con la navigazione fino a metà del XVII secolo e da lì ci fu una lenta decadenza che si concluse con l’invasione napoleonica del 1797. Negli ultimi anni facciamo parlare con la barca Luna Rossa e la Prada Cup come leggerete più avanti.

clipper Lightning American
clipper Lightning American

Durante il periodo dei Clipper, 1840-1870, il , le spezie, le stoffe solcavano il mare su queste imbarcazioni veloci che sfruttavano gli alisei. I clipper americani impiegavano solo novanta giorni per trasportare il tè da Shanghai ai al porto inglese di Portsmouth permettendo così di ricevere fresco il raccolto di primavera. Gli americani, nel 1850, con il Clipper Oriental, arrivando prima rispetto ai vascelli inglesi nel porto di Londra, diedero un bel colpo alla marina mercantile inglese. Questo fu solo il primo.

Thomas Lipton e la American’s Cup

Casualmente Thomas Lipton nacque proprio nel 1850 a Glasgow (Scozia) e morì nel 1931 a Londra. Di umili origini, figlio di genitori irlandesi i quali erano emigrati durante la carestia delle patate (1845-1849), divenne famoso nel mondo come produttore e mercante di e velista.

A quindici anni partì per cercare fortuna a New York. Trovò subito da lavorare in una piantagione di tabacco in Virginia e poi presso una di riso nella Carolina del Nord. Qui ebbe la fortuna di imparare la gestione amministrativa ma fu a New York dove apprese le tecniche americane del marketing. A vent’anni torno in Scozia e aiutò i genitori nella gestione del loro piccolo negozio di alimentari e grazie alle tecniche apprese fece impennare le vendite e questo gli permise di aprire una catena di negozi alimentari. Lipton aveva capito che per abbattere i prezzi bisognava comprare direttamente alla fonte cosa che questo non era possibile con il che si avvaleva di intermediari. In quel periodo gli inglesi facevano da padroni nell’isola dello Sri Lanka tanto che, una volta occupato il territorio militarmente, nel 1796, gli cambiarono il nome in Ceylon, nome che rimase fino al 1919 quando ottennero l’indipendenza.

In quest’articolo vi avevo parlato di Robert Taylor che iniziò a coltivare il tè nell’isola di Ceylon e Thomas Lipton riuscì a comprare delle piantagioni di caffè, che erano state colpite dal fungo Hamileia vastatrix, e le convertì in piantagioni di tè.

Lipton creò la Lipton Company e possedeva cinque piantagioni di tè. L’ingegno di Lipton fu quello di produrre il tè, lavorarlo in fabbrica, introducendo le macchine che tagliavano e setacciavano le foglie, trasportarlo e di venderlo nelle scatole direttamente agli inglesi. Questo permise di abbattere ulteriormente i prezzi e facendo diventare il tè bevanda di massa. Con la Charter Actc del 1813 si ebbe la fine del monopolio del tè che durò, in ogni caso, fino al 1833 e questo fece calare un po’ il prezzo e così anche la borghesia, e non solo l’aristocrazia inglese, cominciò a bere il tè che fino ad allora aveva dei prezzi proibitivi. Come potete ben capire furono varie vicende, tra cui i clipper e l’apertura del Canale di Suez, a far abbassare il prezzo del tè.
Lipton non si limitò a venderlo solo agli inglesi con il motto “Direttamente dal giardino del tè alla teiera” ma lo esportò nel resto d’Europa e nelle Americhe, Nel 1898 Lipton permise al suo impero di diventare una società per azioni.

Sir Lipton filantropo e amante della vela

Thomas Lipton era amico di Edoardo VII, principe del Galles e futuro re, con cui condivideva la passione per le regate nautiche. Questa amicizia ha come primo risultato l’acquisto di un grande yacht a vapore, l’Aegusa che ribattezza con il nome irlandese Erin, cui segue Victoria, usato durante le prove della Coppa America, per assistere alle regate e come alloggio personale.

Thomas Lipton sul suo Yacht Erin
Thomas Lipton sul suo Yacht Erin

Durante la sua carriera Lipton si fece notare per la sua beneficienza aiutando la principessa del Galles a offrire cene ai poveri di Londra durante le celebrazioni del Giubileo di diamante della regina. Ha lavorato con la regina Alexandra per fornire pasti a un prezzo molto conveniente ai poveri di Londra.
Durante la prima guerra mondiale allestì il suo yacht a vapore Erin come nave ospedale della Croce Rossa e trasportò un ospedale da campo in Francia. Successivamente offrì Erin per trasportare chirurghi, infermiere e inservienti in Serbia, che erano sotto attacco dalle forze superiori dell’Austria-Ungheria.
Nonostante la sua considerevole ricchezza e posizione sociale, non ha mai dimenticato le sue umili origini e ha sempre mostrato compassione per i poveri e i disoccupati, in particolare nella sua nativa Glasgow. 

Tra il 1899 e il 1930 si sfidò cinque volte per la Coppa America, tutte con yachts chiamati Shamrock, per onorare la sua stirpe irlandese e gli amici del Royal Ulster Yacht Club. Ma andiamo con ordine.

Nel 1898 si recò nell’isola di Wight per essere nominato cavaliere dalla regina Alexandra, moglie del re Edoardo VII e divenne baronetto nel 1902.

Le origini della America’s Cup

Premessa che per me è un argomento completamente nuovo ma, come avrete ormai capito, mi piace la storia intorno al tè. Mi ricordo ancora che quando lessi de “La grande corsa del tè del 1866” mi emozionai, Tra i sedici Tea Clippers che parteciparono c’era anche il Cutty Sark che potete ammirare andando al Maritime Greenwich World Heritage Site, sulle sponde del Tamigi nel distretto omonimo di Londra, (non è affondato, come qualcuno ha scritto, ma ha subito un incendio ed è stato ristrutturato). Ebbi la fortuna di parlare dei Clippers a La Spezia il 15 febbraio 2020 (era pre-Covid…).

L’America’s Cup, in italiano conosciuta come Coppa America, è il più famoso trofeo dello sport della vela ed è anche la più antica competizione sportiva in quanto è nata nel 1851, mentre le Olimpiadi della Era Moderna ebbero inizio ad Atene nel 1896. Consiste in una serie di competizioni, chiamate regate, tra due imbarcazioni uguali. La regata può avvenire a remi o a vela. Se avviene a remi allora ci saranno otto vogatori, come nel caso della “Regata delle Repubbliche Marinare” che ci compete ogni anno tra la fine di maggio e i primi di luglio. Non è avvenuta l’anno scorso causa Covid. La gara consiste nel completare, uno o più volte, un percorso prestabilito.

Le due imbarcazioni appartengono a due differenti Yacht Club. Uno appartiene al detentore del trofeo, chiamato defender, e l’altro lo sfidante, challenger e questo viene designato attraverso una serie di regate tra vari contendenti.

Durante la Grande esposizione di Londra del 1851 il commodoro (ufficiale) del club Royal Yacht Squadron, presso Cowes (Isola di Wight), lanciò la sfida che chi avesse vinto la regata intorno all’Isola di Wight avrebbe portato a casa una coppa del valore di 100 ghinee.

la coppa o “brocca”

La regata fu vinta da un veliero statunitense chiamato “America” del Club New York Yacht. Lo scuna, superò davanti all’isola di Wight il Royal Yacht e salutò immergendo per tre volte la bandiera. Sembra che la regina Vittoria stesse guardando la gara e chiese chi fosse arrivato al secondo posto e i suoi assistenti risposero “Vostra Maestà, non c’è secondo posto“. La vittoria rappresentò anche una vincita del nuovo mondo sul vecchio che spodestò la Gran Bretagna come potenza marittima indiscussa di tutti i continenti. Il premio andò quindi agli Stati Uniti.

Da semplice sfida divenne con il “Deed of Gift”, atto di donazione, presentato dai proprietari della scuna al New York Yacht Club, una vera è propria competizione. Nacque così la America’s Cup dal nome del veliero. Dovete sapere che le regole di regata cambiano per ogni singola edizione di competizione ed è stata questa la ragione che non permise a Thomas Lipton di vincere, visto che queste venivano cambiate l’anno precedente e, visto il periodo storico, non si aveva modo di adeguarsi completamente.

Ci vollero più di cento anni prima che fosse portata via la coppa o “brocca” dal Club di New York. Durante questi anni la coppa rimase, per 24 competizioni, nella bacheca di chi l’aveva alzata al cielo la prima volta, il 22 agosto del 1851. Negli anni la competizione ha incantato reali, leader dell’industria tra cui anche Sir Thomas Lipton, l’Aga Khan, Giovanni Agnelli, Raul Gardini, icone dello sport, della moda come Prada e il settore automobilistico come Pirelli.

Thomas Lipton punta all’America’s Cup

Nel 1898 Sir Thomas Lipton, ormai diventato ricco e famoso mercante del tè e anche abilissimo venditore di sé stesso, attraverso il Royal Yacht Club di Belfast, inviò la sfida al New York Yacht Club per poter partecipare alla Coppa America del 1899. La data segna l’inizio di un lungo periodo di richieste di sfide da parte del milionario e commerciante del tè che, nell’arco di circa 30 anni, ne lanciò cinque.

Per gli allenamenti del suo equipaggio il principe di Galles, futuro re, gli prestò il suo yacht Britannia. Lui non è un velista e non farà mai una regata ma il partecipare gli permetteva di far conoscere il suo marchio in America. Allora non esistevano ancora le sponsorizzazioni e Lipton fu il primo a capire che, partecipare alla Coppa America, gli avrebbe permesso un ritorno d’immagine sul territorio americano dove non era ancora conosciuto.

Per tutte le cinque sfide, a cui parteciperà in maniera agguerrita e con determinazione, chiamerà la sua barca sempre con lo stesso nome Shamrock, che in gaelico significa trifoglio ed è il simbolo degli irlandesi. Da bambino usava giocare per le strade di Glasgow con gli altri bambini a barchette di cartone e la sua si chiamava proprio con questo nome.

Nello stesso anno della sfida decise di quotare in borsa la società e le sue azioni vanno a ruba. A differenza di prima, ora deve rendere conto ai soci e quindi non potrà fare tutto da solo come era abituato. Quindi nel 1927 decise di dare le dimissioni e vende le sue azioni.

Per ogni singola competizione fece progettare la sua barca da cantieri diversi.

Shamrock III
Shamrock III
  • Per la competizione del 1899 partecipo con Shamrock, noto anche come Shamrock I per distinguerlo dai successivi.
  • Per la sfida del 1901 al timone c’era un noto velista inglese e anche se gli americani stavano usando per la seconda consecutiva la stessa imbarcazione vinsero lo stesso.
  • Per la sfida del 1903 fa progettare una nuova barca e sembra che Shamrock III fosse lo yacht più bello che avesse mai partecipato all’American’s Cup ma non riesce lo stesso a vincere.
  • Per la sfida del settembre 1914. la Shamrock IV è in navigazione nell’Atlantico a rimorchio di Erin, quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale.
  • Per la sfida del 1920, la Shamrock IV ha sfiorato la vittoria, la vinse Defender Resolute. Era arrivato fino all’ultima regata. Oltre 75.000 persone assistettero alla gara davanti al porto di New York. Con questa regata ci furono anche le prime polemiche. Sir Thomas Lipton grida alla truffa visto che, durante la quinta regata, la sua barca era in forte vantaggio grazie al forte vento e la gara venne annullata e la gara finisce quando c’era una leggera brezza e venne vinta dal New York Yacht Club. Anche la stampa americana criticò fortemente la gara.
  • Per la sfida del 1930, le barche per questa competizione diventano innovative e sono quelle della Classe “J”. La barca di Lipton e la Shamrock V, una barca troppo pesante rispetto a quella dei detentori della coppa. Gli americani sono meglio preparati per la selezione fatte per la scelta del difensore e quindi sono decisamente favoriti. La barca americana aveva distaccato quella di Lipton di circa un miglio. Sir Thomas Lipton disse “Non riesco a vincere”. Chi ha vinto disse “l’ora del nostro trionfo era vicinissima ma pervaso di tristezza tanto aveva perso di attrattiva. Nel nostro animo c’era un solo sentimento: la grande simpatia per quel vero sportsman americano”.

Perdente ma vincente

Sir Thomas Lipton non riuscì mai a sollevare quella “tazza” ma questa sua passione gli portarono gioia, salute, splendidi amici, lo mantennero giovane e pieno di speranza. Questo spirito lo comprendo benissimo perché è quello che vivo da 6 anni a questa parte grazie al tè.
Riuscì a catturare la simpatia degli americani e gli venne regalata una coppa d’amore in oro massiccio, fatta da Tiffany, e un libro dei donatori in cui il sindaco di New York scrisse “forse il peggior costruttore di yacht del mondo ma in assoluto il perdente più allegro del mondo”. Lipton mormorò per tre volte “ci riproverò”. Tornato a casa venne finalmente accolto dal prestigioso Club elitario di Cowes, isola di Wight, il Royal Yacht Squadron. L’anno seguente morì.

L’Italia prova a sfidare la Coppa America

Agli amanti della vela vi chiedo scusa se l’articolo non lo trovate completo ma questo è un Blog sul tè e il mio intento è quello di stimolare la curiosità del lettore, che poi andrà a ricercare le informazioni nei siti preposti. Spero solo di non aver scritto delle cose errate. A volte anche nell’ambito del tè non sono esaustiva e questo perché facevo prima del Covid dei corsi in presenza, adesso inizierò a farli on line e, quindi, non posso scrivere tutte le informazioni. E’ brutto dirlo ma è così. Quindi spero nella vostra comprensione e magari, attraverso questo articolo, ci saranno dei curiosi che vorranno sapere se Luna Rossa supererà i neozelandesi per poi poter riportare in Italia, dove ci sono venti meno forti rispetto alla Nuova Zelanda, la gara ad una dimensione meno tecnica.
Grazie se vorrete commentare aggiungendo voi le cose mancanti.

Per oltre cento anni sembrava una gara tra gli americani e gli inglesi anche se per la quarta e quinta edizione i canadesi provarono a battere gli americani. Nel 1962 vide per la prima volta la partecipazione dell’Australia e durante la diciottesima edizione, lo yacht americano faticò non poco per portarsi a casa la vittoria. Fu il segnale che qualcosa stava cambiando. Infatti dopo 132 anni, con la 25° edizione, quella del 1983, i vincitori furono gli australiani e la “brocca”, come era stata soprannominata la coppa, lasciò New York.

Nel 1970, visto i numerosi sfidanti vennero introdotte le regate eliminatorie per poter scegliere tra gli sfidanti che crescevano. Solo dal 1983 è stato introdotto il premio.

Barca azzurra

Il 1983 entra in gioco anche l’Italia nella Louis Vuitton Cup e con la barca Azzurra, colore del cielo, con il patrocinio dell’Aga Khan e da Gianni Agnelli rappresentava lo Yacht Club Costa Smeralda. Azzurra vinse 24 delle 49 regate eliminatorie e si piazza terza tra i Challenger (sfidanti). La Louis Vuitton Cup è stata una gara legata all’America’s Cup dove il marchio di moda francese ero lo sponsor del torneo. Dal 2021 è stata sostituita dalla Prada Cup.

Sir Thomas Lipton pubblicità

Fino al 1983 nessun consumatore in Italia immaginava che Sir Lipton fosse legato alla Coppa America e quando la nostra barca Azzurra parteciperà vedremo la campagna pubblicitaria del Lipton con l’immagine di Sir Thomas associato alla America’s Cup. Direi un perfetto piano marketing e anche una sorta di riconoscimento per l’uomo che provò a vincere per 5 edizioni.

Nel 1992 parteciperanno con la barca il Moro di Venezia di Raoul Gardini della Montedison che porterà per la prima volta l’Italia a competere per il trofeo.

Nel 1999 l’Italia torna a far parlare di sé con lo scafo ITA 45 conosciuto con il nome di Luna Rossa che tra il febbraio 1999 e il febbraio del 2000 tiene gli italiani incollati di notte al televisore con la speranza della vittoria. Luna rossa ha reso famosa anche in Italia, Paese di mare, l’America’s Cup.

Nel 2003 e 2007 entra in gioco il team velico Mascalzone Latino dell’armatore Vincenzo Onorato e presidente della Moby Lines.

Arriviamo, finalmente, al 2021 e l’Italia fa parlare di se e questa volta non a livello calcistico ma a livello di vela grazie alla Prada Cup e alla barca Luna Rossa che vince sugli inglesi di Ineos Team Uk con un punteggio di 7-1. Il punteggio significa che ha superato le 7 prove necessarie per aggiudicarsi la Challenger Selection Series e quindi si è conquistata il diritto di sfidare i campioni in carica, i Defender, gli neozelandesi degli Emirates Team New Zealand nel match finale dell’America’s Cup.

Luna Rossa Prada Pirelli Team che per la terza volta porta l’Italia al duello finale della 36° America’s Cup dove incontrerà il defender Emirates Team New Zealand.

Potete ben immaginare che le aziende fanno a gara per essere sponsor delle imbarcazioni visto l’enorme visibilità. Come avrete ormai capito la nostra Luna Rossa è sponsorizzata da Prada e Pirelli due eccellenze nel settore della moda e dei penumatici.

Nel 2021 i cambiamenti tecnologici e culturali sono decisamente molto diversi, rispetto alla prima edizione del 1851, ma la gara è sempre quella. Come cambiamento tecnologico desidero menzionare quello dei foil visto che si tratta di un’invenzione italiana datata 1898 di Enrico Forlanini.

La barca Luna Rossa è una AC75 con foil che gli permette di sollevare lo scafo completamente fuori dall’acqua. Inoltre, se ben regolate possono migliorare l’efficienza della barca senza doverla sollevare. Se solo li avesse avute Sir Thomas Lipton…..

Luna Rossa Prada Pirelli
Luna Rossa Prada Pirelli

Come potrete ben immaginare la velocità è notevole soprattutto con condizione di vento favorevole. La velocità di avanzamento ideale verso la boa è di 27-28 nodi ma i lati di poppa vengono affrontati con punte di 49 nodi che equivalgono a 92,6 km/h. Per i non addetti ai lavori 1 nodo equivale a 1,852 km/h.

La barca AC75 non è certo leggera, visto che pesa 6,5 tonnellate (6500 kg). Lo scafo è lungo 75 piedi pari a 22,86 metri. Il totale di peso degli 11 atleti vestiti non deve superare i 990 kg.

Luna Rossa ha come skipper Massimiliano, detto Max, Sirena, due timonieri, uno australiano vincitore di due Coppe America e l’italiano Francesco Bruni. Poi c’è il trimmer randa che ha il compito di controllare la vela più importante ed è l’unico che può cambiare il lato durante la regata a seconda della tratta. Infine ci sono 8 grinder che azionano i verricelli ovvero le macchine che servono a movimentare il peso tramite l’utilizzo di funi o catene.

Non mi resta che concludere. Vi dico soltanto che spero che Luna Rossa vinca visto che per informarmi e per scrivere quest’articolo su Sir Thomas Lipton e l’American Cup, ci ho impiegato diverse ore composte da 4 sere, una giornata e due intere mattinate. Ora a tutti voi amici e amiche del tè vi invito a metterci il pensiero positivo davanti ad una buona tazza di tè in foglia, io credo che mi berrò un buon tè nero dello Sri Lanka, un Nuwara Eliya High Grown, in onore a Sir Lipton e voi?

La gara a Auckland, in Nuova Zelanda, è stata rimandata dopo il 10 marzo, causa Covid.

Buon #ViaggioIntornoAlTè e #Témozioniamoci

Barbara
6 marzo 2021

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* immagini reperite nel web con il solo scopo divulgativo

13 pensieri su “Sir Thomas Lipton, la Coppa America e Luna Rossa

  1. Ma grazie! Bellissimi ricordi da Azzurra in poi. Leggendo del mare, un pensiero ad Ambrogio Fogar. Interessante (grazie) la storia di sir Lipton. Bisogna saper “cambiare”, trovare una nuova strada. Guarderò in maniera più ricca di nozioni le confezioni di tè in negozio.🥰#nonsifiniscemaidi imparare . 😘👍👋👋

    Piace a 1 persona

      1. No!😅Lavoravo al pc, con la coda dell’occhio ho visto la trasmissione, in attesa del tg e appena Flavio Insinna ha dato la parola … non ci posso credere! Che bella coincidenza mentre tu mi parlavi di tè e vela!👏Buona giornata!🌞

        Piace a 1 persona

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