Il tè al Museo del Sigillo di La Spezia

In molti si saranno chiesti come mai sono stata a La Spezia al Museo del Sigillo. Sono stata chiamata dalla responsabile del museo per poter parlare del in epoca cinese in quanto all’interno del museo hanno anche un sigillo che risale alla dinastia Qing.

Prima di parlare del sigillo desidero dire che a unificare la scrittura cinese in tutta la Cina fu l’imperatore Qin Shi Huangdi letteralmente primo imperatore della dinastia Qin, vissuto tra il 260 a.C, e il 210 a.C.. Si fregiò di tale titolo dopo aver riunificato la Cina nel 221 a.C.. La parola Cina viene fatta risalire a “Qin” o “Ch’in”. Fu lui a commissionare il famoso esercito di terracotta sepolto presso il suo enorme mausoleo ed è stato l’iniziatore della muraglia cinese e l’abolitore del regime feudale. Tre anni dopo la sua morte la Cina ripiombò nella guerra civile fino a quando ci fu la dinastia Han.

Sigillo

Il sigillo è l’impronta su un materiale malleabile che può essere metallo tenero, argilla, cera, stoffa, ceralacca, carta, di una matrice incisa in negativo. Il sigillo viene usato come simbolo di proprietà di identità, per attestare, sancire, autenticare i documenti scritti.

Nel vicino Oriente veniva usato per improntare a scopo decorativo il vasellame ma successivamente vie adoperato per contrassegnare e identificare i manufatti.
Veniva anche usato su contenitori di merci, come richiesta di garanzia, e la cui apertura poteva essere fatta solo dall’autorità che possedeva la matrice.

Prima del XXII secolo i sigilli erano riservati ai sovrani, grandi feudatari, autorità ecclesiastiche. In seguito anche i comuni, le corporazioni di arti e mestieri, colleghi di professionisti e privati li adottarono come segno personale distintivo oltre che strumento per dare valore diplomatico o giuridico ai propri affari.

Per i nobili e la borghesia, nel XX secolo,  è l’anello da portare al dito con incise il simbolo del casato o le iniziali del proprio nome per sigillare una missiva con la ceralacca.

Il Museo del sigillo

nasce grazie alla donazione della coppia Lilian e Euro Capellini che hanno raccolto negli anni i sigilli provenienti da tutto il mondo.
Si tratta di una raccolta importantissima che è stata esposta in diversi parti del mondo, da Parigi a Pechino, ed oggetto di studio e di ricerca da parte di archeologi e antropologi.

Il museo contiene numerosi sigilli di notevole valore storico e artistico provenienti dalla Cina, paese dove i sigilli hanno avuto la loro più ampia diffusione. Tra i sigilli che si possono vedere ci sono sia quelli ufficiali che privati provenienti dal periodo dei Regni Combattenti (480-221 a.C.), del periodo Han, dinastie Wei, Song e Yuan.

Il sigillo in Cina

In Occidente esiste solo un’arte visiva, la pittura, mentre le arti visive in Cina sono rappresentate dalla calligrafia. dalla poesia e dalla pittura e dall’incisione di sigilli, ovvero i quattro incomparabili.

Fin dai tempi dei Zhou orientali (770-256 a.C.) si ha una grande diffusione nell’uso dei sigilli. Ogni funzionario, civile o militare, veniva dotato di un sigillo che ne registrava il grado e ne suggellava l’autorità.  Nel campo dei sigilli privati i sigilli, oltre ad essere più ricchi di forme, venivano anche considerati portafortuna che allontanavano le influenze maligne e attiravano quelle benefiche. Quindi il sigillo non aveva solo il cognome e il nome del possessore, ma vi potevano comparire delle iscrizioni, composte da molti caratteri, con formule bene auguranti riguardanti la discendenza, il benessere economico e la buona salute. Durante il periodo Han (220 a.C – 206 d.C.) si diffuse la moda di disegnare animali simbolici di valore propiziatorio.  Verso la fine di questo periodo la carta sostituì le strisce di bambù e le tavolette di legno.

Zhuanke

L’arte dello zhuanke cominciò durante la dinastia Tang (618-907 d.C.) quando i letterati cominciarono a testimoniare l’apprezzamento e la proprietà delle calligrafie e delle pitture presenti nelle loro collezioni con l’impressione di un sigillo. In pratica ciò che ricercavano era la bellezza della calligrafia insieme ai contenuti poetici e letterari da applicare alla piccola faccetta del sigillo.

Verso la metà della dinastia Ming (1368-1644), ovvero verso il XVI secolo, l’arte dello zhuanke si diffuse ampiamente tra i letterati i quali cominciarono a produrli con le loro mani.

Anche l’arte dei sigilli ha dato vita a varie scuole caratterizzate da varie tecniche di esecuzione e di ispirazione. Le principali scuole sono: Wann, Zhe e di Yangzhou.

Attraverso il sigillo si ha lo studio dello zhuanke. Si cerca di ampliare il senso artistico di ognuno attraverso la calligrafia, la poesia, la letteratura, la pittura, la scultura, la musica per ritornare alla purezza e alla bellezza della semplicità.

 

sigillo imperatore cinese
Sigillo imperiale in giada presso il Museo del sigillo a La Spezia

Tesoro del Figlio del Cielo

si tratta di un sigillo in giada con base a pilastro sormontata da Pi-Hiesh seduto e risale alla dinastia Qing. Pi-Hiesh è una creatura mitologica in grado di scacciare, con i suoi poteri magici, le forze del male.

La scritta in segno rosso, sotto al sigillo, recita: “Tesoro del Figlio del Cielo” e sta a significare che qualsiasi oggetto timbrato con questo sigillo è da considerarsi di proprietà imperiale.
Figlio del Cielo perché si voleva intendere che il suo potere era diffuso su tutta la Terra.

Questo sigillo prima di appartenere alla famiglia Capellini è appartenuto alla Contessa di Bismark.

 

Il tè al Museo

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L’esperienza al museo è stata molto bella e ringrazio la dott.ssa Anna per avermi chiamata a parlare del tè.

Ringrazio chi ha partecipato incuriosito da questa bevanda millenaria e hanno visto che il mondo del tè è ampissimo.
Chiaramente il tè da far conoscere è stato il tè Oolong perché è ancora sconosciuto da noi.

 

Buona tazza di tè e Buon #ViaggioIntornoAlTè #Tèmozioniamoci

Barbara
16 novembre 2019

 

 

 

 

 

 

4 pensieri su “Il tè al Museo del Sigillo di La Spezia

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