Il tè e il Tao

Viaggio intorno al tè vi porta a scoprire il legame tra il tè e il Tao

Il tè è legato da sempre al Tao e allo Zen questo perché furono per prima i monaci a bere questa bevanda e a coltivare la pianta.

Chi mi legge da sempre sa che di tanto in tanto pubblico articoli sulla filosofia taoista e sa anche che cominciai a sentire parlare del Tao quando ho frequentato, circa vent’anni anni fa, i cinque anni della scuola di Naturopatia Umanistica. Allora bevevo già il tè in foglia ma ero quello della tradizione inglese e, quindi, non sapevo del legame tra il tè e il taoismo. Conobbi quelli cinesi, giapponesi e coreani solo circa dieci anni fa e, quindi, tutta la storia.

Il tè e i monaci taoisti e buddisti

Gli eremiti taoisti e i monaci buddisti hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione dell’uso del tè e questo perché li aiutava a stare vigili, non svegli come si legge da qualche parte, durante la meditazione. Gli uomini di cultura amavano trascorrere lunghi periodi negli eremi taoisti o nei monasteri buddisti in quanto erano ubicati in luoghi meravigliosi e dove potevano bere del buon tè che i monaci coltivavano e praticare l’arte del tè: musica, calligrafia, poesia.
I monaci, abitavano prettamente in montagna e qui potevano usufruire di un terreno perfetto per la pianta del tè, di ottima acqua di montagna e aria pulita. I monaci, con il suo pellegrinare, promossero, tra la popolazione, l’uso della bevanda.

Durante la dinastia Tang (618-907 d.C) e dinastia Song (960-1279 c. C.), il periodo d’oro del tè, monaci giapponesi e coreani visitarono la Cina e portarono nei rispettivi Paesi la cultura del tè. I giapponesi svilupparono la cerimonia del tè, l’elaborato Cha No Yu, mentre i coreani svilupparono un rituale più semplice. I monaci coreani hanno conservato più fedelmente la tradizione cinese anche se in Corea veniva utilizzato di più nelle occasioni come il matrimonio, i funerali e le cerimonie di commemorazione e di benvenuto a visitatori di riguardo.

Il rappresenta la Via (Tao) come lo è per i cinesi. Il monaco coreano Popchong Sunim, di cui avevo scritto il suo pensiero sul tè, disse che il tè è qualcosa che si impara ad apprezzare con il sentimento, in uno stato di tranquillità e non attraverso istruzioni verbali. Sorseggiando una tazza di tè, in particolar modo nelle piccole tazzine tipiche orientali, si impara a vivere il Qui ed Ora. Più si è spontanei (wu wei) nel bere una tazza di tè e più si rispecchia il Tao. Questa frase significa Essere, lasciar fluire, non opporsi. Sono consapevole che è una frase non immediata da capire ma contemplare troppo il tè che si sta bevendo non si è nel lasciar fluire e nell’apprezzare il suo sapore che cambia mentre lo degustiamo.

Filosofia taoista

I principi fondamentali della filosofia taoista sono: seguire i ritmi della Natura, il non forzare (wu wei) e il lasciar fluire.
L’essere in connessione con la natura significa imparare a smettere di pensare, ad ascoltare il nostro corpo per riuscire ad essere in contatto con la natura che ci circonda. Vi invito a leggere il bellissimo significato dell’ideogramma della parola tè. Le pratiche di meditazione o le ginnastiche taoiste e buddiste, come il Qi Gong, possono aiutare a percepirci e a percepire quello che abbiamo intorno. Si diventa così più consapevoli di quello che viviamo, impareremo di più a sorprenderci e a gioire delle piccole cose e anche ad essere più spontanei, meno impostati.
Il principio del Wu Wei è il non forzare le cose. Non è passività ma è semplicemente non imputarsi per fare in modo che le cose avvengano. Il taoista svilupperà una sensibilità nei confronti delle cose come si presentano e cercherà di sentire qual è l’azione più adatta a quella circostanza. Applicheremo l’azione conforme, senza quindi eccedere né in eccesso e né in difetto, il Tao, ovvero “la via di mezzo“.

Ecco una frase tratta dal libro “Tao Te Ching“, ovvero “Il libro della Via e della Virtù” attribuito al filosofo taoista cinese Lao-Tze.
Vi riporto la stessa frase ma presa in due libri diversi.

Parole e Azioni

Le parole sincere non hanno fascino.
Le parole che hanno fascino non sono sincere.
Coloro che sono buoni non discutono.
Coloro che discutono non sono buoni.
Coloro che sanno non sono eruditi.
Coloro che sono eruditi non sanno.
I saggi non accumulano.
Quando agiscono a favore degli altri,
ottengono anche per sé.
Quando condividono con gli altri,
Ancor più resta loro.
Le vie della natura, ne recare benefici, non danneggiano.
Le vie dei saggi consistono nell’agire e nel non entrare in competizione.


Le parole vere non sono belle
Le parole belle non sono vere
L’uomo che ha la Virtù non discute
L’uomo che discute non ha la Virtù
Conoscere non è sapere
Sapere non è conoscere
L’uomo reale non è tesaurizza
Col dare agli altri
Guadagna
Più dà agli altri
Più possiede per sè.
La Via del Cielo.
Ordinare senza lotta
La via dell’uomo realizzato:
Agire senza sforzo.

Buona Pasqua e buona tazza di tè.
Buon #ViaggioIntornoAlTè #tèmozioniamoci

Barbara
09 aprile 2023

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