Viaggio intorno al tè insieme al Roseto di Murta vi porta a conoscere il Museo delle rose delle isole Bermuda e i Muffin di farro
Quando si parla di isole Bermuda, la prima cosa che viene in mente è il leggendario triangolo dove un misterioso campo energetico sembra aver provocato in passato disastrosi incidenti. Lo sapevate che, al di là di questo mistero, le Bermuda sono anche note per le loro rose?
Sembra, infatti, che il clima di questo piccolo arcipelago nell’Atlantico sia propizio per la loro coltivazione. Come avrete capito, la prossima tappa del nostro viaggio sulle tracce delle rose, ci porta oltre oceano. Pronti a salpare?
Un po’ di storia su come arrivano le rose nelle Isole Bermuda
Come di consueto iniziamo dalla storia, ponendoci alcune domande: come ci sono finite tante rose in mezzo all’Oceano? Esistono varietà spontanee o sono tutte rose introdotte dai colonizzatori? Quali le varietà più diffuse?
Nel 1639, un veliero spagnolo naufraga poco lontano dall’arcipelago. Uno dei superstiti racconta nel suo diario della bellezza dei giardini dell’isola, pieni di fiori e di rose, allora coltivate soprattutto per le proprietà medicinali. Nel 1792, un tale Daniel Wadsworth proveniente dal New England, si trasferisce qui con la sorella malata di malaria e in una lettera al padre scrive che: ‘le rose di Damasco sono in piena fioritura’. Le rose di cui si ha traccia nelle fonti più antiche sembrano tutte essere state introdotte dai colonizzatori, non sembrano esserci rose autoctone sulle isole. Tra le varietà che solcarono i mari con chi era in cerca di un nuovo mondo si possono citare: R. Gallica officinalis, R. Damascena, R. Alba e R. Centifolia.

‘Hume’s Blush tea-scented China’, conosciuta come ‘Spice’ alle Bermuda
Come era successo nel vecchio mondo, la rivoluzione botanica delle Bermuda inizia alla fine del 1700 con l’arrivo delle rose cinesi, sì ancora loro, portate sia dall’Europa che dal Nord America. Forse ricorderete che in uno dei primi articoli vi ho parlato delle rose Noisettes, nate nel Sud Carolina e poi diffuse soprattutto attraverso la Francia. E’ molto probabile che queste rose stupende e ampiamente presenti ancora oggi sulle isole, siano arrivate proprio dal Sud degli Stati Uniti, non da troppo lontano, dopo tutto.
Nel 1829, la signora Harriet Suzette Lloyd arriva alle Bermuda dove rimarrà due anni. Delle rose scrive:
‘con tutto il rispetto per la bellezza e la varietà dei fiori che affascinano l’occhio, solo le rose ci inondano del loro regale profumo. Non esistono varietà native, ma molte varietà importate si sono perfettamente naturalizzate: le cinesi, le multiflora si avvolgono ai portici delle stamberghe più povere e fioriscono tutto l’anno’.
Possono le rose trasformare in palazzo la più umile dimora? Ebbene sì! Se i nostri grigi quartieri di periferia fossero riempiti di rose, come sarebbe più bello viverci. Non trovate?
Isole Bermuda, il Museo vivente delle rose
Da lì a qualche anno, le Bermuda si trasformarono in un rifugio sicuro per molte varietà di tè, Noisette, Bourbon e in molti si appassionarono alla loro storia. Le isole Bermuda divennero note come: ‘Museo vivente delle rose‘, a sottolineare la grande importanza botanica che questo luogo ha per la storia e la conservazione di questo fiore che tanto si ama. Nel corso degli anni, i rose rustlers, cioè i cercatori di rose perdute, iniziarono a girare per le isole, esplorando terreni abbandonati e cimiteri e raccogliendo talee di rose sconosciute, poi identificate come varietà che altrove si ritenevano estinte. Tra di esse, alcune rose del mistero non ancora identificate. La più famosa è quella che è stata chiamata Smith’s Parish: una rosa tè robusta che produce fiori bianchi macchiati di rosa. Questa particolarità cromatica è ancora fonte di dibattito tra gli esperti: alcuni la ritengono una delle rose introdotte da Robert Fortune, la ‘Five colours‘ (con questo nome l’abbiamo inserita al Roseto di Murta). Altri, invece la ritengono una rosa completamente diversa, posizione che sembra prevalere al momento. Forse la ‘Fortune’s five colours’ è perduta, o forse si trova ancora nascosta e anonima in qualche giardino del mondo? Il mistero si fa fitto e, da appassionata, devo dire che è molto interessante attendere la sua soluzione.
La fonte del mio racconto di oggi è il sito della Bermuda Rose Society associazione che raduna gli appassionati locali e che si lega alle altre realtà associative dedicate alla rosa e diffuse in tutto il mondo. Tra le molteplici attività della society, di fondamentale importanza per noi appassionati è la conservazione delle rose antiche e la condivisione scritta di fonti e notizie relative alla loro identità e alle caratteristiche. Le foto che ho usato sono tratte dai loro social.
Cosa dite, ci prendiamo in tè? Il dolce lo offre Valeria Poggi, mia amica e co-autrice de L’ora del tè in Liguria, Sagep Edizioni
Muffin di farro autunnali
ricetta di Valeria Poggi
Ingredienti:
200 g di farina di farro (sostituibile con farina di grano tipo 1)
70 g di muesli alla frutta
2 uova
125 g di zucchero di canna
un vasetto di yogurt bianco da 125 g
mezza bustina di lievito per dolci
60 ml di olio di semi
1 limone non trattato
1 pizzico di sale
Procedimento
Riscaldare il forno a 180°C , posizionare 12 pirottini in una teglia per muffin.
Nel mixer, montare le uova con lo zucchero di canna e la scorza grattugiata del limone per circa 3 minuti, poi aggiungere il pizzico di sale, l’olio, lo yogurt e il succo del limone e mescolare ancora.
Aggiungere ora la farina setacciata con il lievito e 50 g di muesli. Se si preferisce non sentire i pezzetti di muesli sotto i denti, si può frullare grossolanamente prima di inserirlo nell’impasto.
Impastare ancora fino ad avere un composto omogeneo.
Suddividere l’impasto così ottenuto nei pirottini, riempiendoli non più dei 2/3 della capienza.
Cospargere la superficie dei muffin con i 20 g di muesli tenuti da parte e infornare per circa 20 /25
minuti o finché non risulteranno ben gonfi e dorati.
Lasciare raffreddare prima di servire.
Si conservano fino a tre giorni in un contenitore ermetico.
Buon tè! E alla prossima tappa del nostro viaggio alla scoperta delle rose.
Sabrina
12 marzo 2022
IG: Garlands of Hearts
FB: Garlands of Hearts
Blog: Garlands of Hearts
Blog: Roseto di Murta
IG: L’ora del tè in Liguria
#loradeltèedellerose #rosetodimurta #iltèunisce
Buongiorno, volevo chiederti: ho letto di recente che l’ora del tè è nata nel 1800 in Inghilterra, e che la Duchessa di Bedford avesse scelto tè e torta per “tappare il buco di stomaco”.. così riporta una rivista che parla del tè..
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Ciao Paola, Barbara ne ha scritto tempo fa, questo il link: https://viaggiointornoalte.net/2014/11/25/afternoon-tea-cream-tea-high-tea/
Sicuramente lo spuntino iniziale sarà stato un classico pane e burro, poi con il tempo sono nati i vari manicaretti del tea time in stile British. Grazie del commento. Sabrina
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Grazie mille che gentile, apprezzo molto!
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