Viaggio intorno al tè ti porta a scoprire le differenti teiere.
Una mia cara amica siciliana e amante del tè mi ha chiesto se avevo mai scritto un articolo sulle teiere e su come trattarle per poter condividere il mio articolo.
In effetti ho parlato delle porcellane cinesi, della tazza per i baffi, le tazze dal mondo, della Gaiwan e di come si usa ed ora è giunta l’ora che parlo delle teiere.
Per fare un buon tè ci vuole una giusta teiera. Io sono pro Gaiwan perché permette di tenere le foglie libere e di ottenere la giusta infusione. Sono anche consapevole che in Italia siamo abituati a bere il tè in tazze da 120 ml o nelle tazze grosse americane, le mug, da 200-300 ml e che quindi se siamo in 3-4 persone bere il tè preparato con la Gaiwan per alcuni può essere poco i 20 ml. Anche se chi usa bere i tè cinesi, taiwanesi, coreani e giapponesi sa che questi tè si infondono varie volte e che quindi, alla fine, si beve la stessa quantità di tè.
E’ chiaro che se vogliamo fare la merenda, ovvero l’Afternoon tea, magari proprio quello tipico inglese, in questo caso devo dire che una tazza da 120 ml si beve veramente volentieri e per 4-6 persone ci vuole una giusta teiera per preparare il tè in foglia, ovvero sfuso, non quello in bustina.
La giusta teiera per preparare una buona tazza di tè
Non tutte le teiere vanno bene per tutti i tipi di tè. Ogni tè vuole la sua teiera. E’ come voler cucinare gli spaghetti in una pentola alta solo 15 cm. Inoltre, dobbiamo valutare, come si fa quando si scelgono i piatti, se la teiera ci serve per:
– infondere il tè in bustina,
– preparare il tè in foglia,
– se vogliamo una teiera per tutti i giorni,
– se la vogliamo per le occasioni importanti quando offriamo il tè ad amici.
Tutte queste considerazioni sono importanti perché esistono teiere in cui l’ingresso è stretto ed è, quindi, perfetta solo per preparare il tè in bustina in quanto non entrerebbe mai un colino e la pulizia della teiera diventerebbe laboriosa, soprattutto se pensiamo di non usare la doppia teiera: una teiera pratica con l’ingresso grande che ci permetta sia di infilare un colino grande che preparare il tè lasciando le foglie libere e una dove travasare il tè per poi servirlo. E’ così che gli inglesi una volta facevano e avevano appreso il metodo proprio dai cinesi dove nella gaiwan si infonde il tè e poi si travasa nella brocca per poi servirlo nelle tazzine. Il colino a forma di ovetto va bene solo per i tè della tradizione inglese “dust” o “ctc“. Le foglie non avrebbero abbastanza spazio per rilasciare il sapore. Pensate sempre alla pasta se la cuocete in poca acqua.
Chi ha letto il Chi sono saprà che bevo il tè fin da bambina e la mia mamma infondeva le bustine direttamente nel pentolino per poi versare l’infuso della teiera che aveva preriscaldato. Se quelle rare volte usavamo il tè in foglia questo veniva messo libero nel pentolino e poi colato usando un colino. Metodi pratici e semplici che io consiglio sempre a chi si avvicina al mondo del tè.
La teiera: la forma
Come dicevo la forma della teiera è importante. Prima vi ho parlato dell’ingresso, ovvero dove troviamo il coperchio.
La teiera deve essere spaziosa in modo che le foglie abbiano lo spazio per aprirsi e l’acqua di circolare liberamente e di far rilasciare il sapore dalle foglie. E’ proprio per questo motivo che gli infusori piccoli a forma di ovetto o a pinza non vanno bene. Usate dei colini grandi o dei filtri di carta.


Di norma le classiche tazzine inglesi sono da 120/150 ml e quindi la teiera deve essere di almeno 300 ml.
E’ importante non lasciare le foglie di tè all’interno della teiera con dentro ancora l’acqua perché le foglie di tè continueranno a rilasciare i sapori ed è per questo che gli inglesi usavano due teiere: una per infondere (dall’ingresso e dal beccuccio grande comodo anche da pulire) e una di servizio. Non fare come si vede in certe foto in rete dove si vede che colano il tè, usando un colino, da una teiera, in ogni singola tazza. Quindi si cola prima tutto in una teiera e fino all’ultima goccia.
Se le foglie lo permettono, come gli oolong, i Pu’Er, ecc dopo si può procedere con una seconda, terza infusione.
Non dimentichiamoci dell’importanza della temperatura dell’acqua e della scelta dell’acqua che usiamo perché anche solo uno di questi elementi può compromettere la preparazione del tè. Ricordati che per fare la pasta abbiamo dei parametri da rispettare, 10 grammi di sale per un litro d’acqua e 100 grammi di pasta. Le nostre mamme vanno ad occhio e noi abbiamo appreso da loro. La stessa cosa lo fanno i cinesi nel preparare il tè.
La teiera: il materiale
Il materiale che usiamo per riscaldare l’acqua o per preparare il tè è sicuramente molto importante.
Se usiamo una teiera non smaltata in ghisa o una pentola d’alluminio questi cambieranno il sapore dell’acqua. Il vetro e la porcellana non rilasciano e non trattengono il sapore degli altri tè.
Bisogna anche sapere che il metallo tende ad assorbire il calore e che l’acqua si raffredderà prima. Quindi un tè preparato nel pentolino il sapore può risultare debole perché il tè ha bisogno di calore per rilasciare i propri aromi, soprattutto i tè neri, gli oolong e i Pu’Er. Un discorso a parte è il tè verde, soprattutto quello verde giapponese Sencha o Gyokuro.
In Giappone si produce la Tetsubin ed è in ghisa. Questa non è una teiera ma un bollitore anche se in occidente viene venduta come teiera. In Giappone si pone sul carbone e si scalda l’acqua che poi viene travasata nella loro oggettistica per preparare il tè.
In occidente la troviamo smaltata all’interno e bisogna prestare attenzione a non metterla sul fuoco perché rischia di crepare, inoltre, il bordo dove non è smaltato, se non viene subito asciugato bene, tende ad arrugginire.
La teiera in vetro non trattiene il calore e si macchia. E’ perfetta per infondere i fiori di tè oppure per chi fa degustazioni in quanto permette di vedere l’infusione delle foglie e il colore del liquore.
La teiera in porcellana rimane quella più pratica da utilizzare per i tè con infusione all’occidentale e, soprattutto, non trattiene i sapori.
Della teiera in argilla, la Yixing, ve ne parlerò.
Pulizia della teiera
La teiera non si lava con il sapone, soprattutto quella in argilla e in porcellana. Quella in vetro, per evitare che rimanga macchiata, sì. Non considero quella in ghisa, visto che non è una teiera ma un bollitore.
Facendo sempre un paragone con le nostre tradizioni, pensiamo alla nostra caffetteria che si risciacqua e basta ma non si lava con il detersivo.
Buon #ViaggioIntornoAlTe #tèmozioniamoci
Barbara 26 giugno 2023
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* immagini reperite nel web con il solo scopo divulgativo.







Che bello questo post e quanto curiose chicche👏😄😄😄
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Grazie mille Daniela🙏. Sì tante preziose chicche 😀
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C’è sempre da imparare. Grazie e buona estaTE’.👋👋
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Grazie e buona estaTE’ anche a te 😊
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Grazie. Almeno sulle teiere sono preparata 🙂
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Paola ne ero certa 😊
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Seguo da tempo viaggio intorno al te, e devo dire che leggo con piacere ed interesse gli articoli sempre ben fatti. Oggi ho trovato il tempo per ringraziarla. Grazie.
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Barbara mi fa veramente molto piacere sapere che mi segue da tempo e che trova ben fatti i miei articoli. Grazie mille per aver commentato 🏵️🌺
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Scomodissima da utilizzare come teiera la Tetsubin
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Luisa concordo con te. La Tesubin è già di per sé pesante poi ci metti l’acqua dentro e lo diventa ancora di più. Infatti è nata come bollitore ma il marketing crea veramente tantissima disinformazione
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