Viaggio intorno al tè, nella figura di Sabrina del Roseto di Murta (GE), ci fa scoprire oltre alla alle rose anche una ricetta a base di pesche.
Qualche tempo fa, Barbara mi ha donato un bellissimo libro: ‘Tea-time recipes’ scritto dalla nota esperta di tè Jane Pettigrew per il National Trust, l’ente che nel Regno Unito si occupa di preservare il patrimonio paesaggistico e architettonico.
Nel libro, infatti, l’autrice ci accompagna in un viaggio tra le dimore storiche più belle del Regno e per ogni regione in cui si trovano ci propone un’interessante selezione di ricette adatte all’ora del tè. Lo scorso inverno, mentre sorseggiavo una buona varietà di tè Assam, uno dei miei tè preferiti, ho preso il libro e ho iniziato a sfogliarlo per ritrovarmi catapultata nella storia di queste antiche dimore che fecero del tè la bevanda identitaria della terra di Albione. Passando da un palazzo ad un altro, mi sono imbattuta in un nome che mi ha incuriosito perché mi sembrava di averlo già sentito: Wimpole Hall, la più grande magione antica del Cambridgeshire dove crebbe Margareth Cavendish Bentick, Duchessa di Portland a cui fu intitolata una classi di rose molto interessante: le Portland, appunto.
Margareth Cavendish, duchessa di Portland
Ma procediamo con ordine. Chi era Margareth Cavendish? La donna inglese più ricca del suo tempo! Non solo in termini economici, ma anche per quanto riguarda gli interessi e le passioni. Unica erede del Secondo Duca di Oxford e Mortimer, bibliofilo, collezionista e mecenate che a Wimpole Hall, la sua ricca dimora, ospitava politici, artisti e scrittori del calibro di Alexander Pope e Johnatan Swift che la giovane Margareth era incoraggiata a frequentare. Fin da piccola, sviluppò una grande curiosità per il mondo naturale e avviò importanti collezioni di fossili, piante e animali che finirono con l’essere esposti nel museo personale della Duchessa presso la dimora di Bulstrode Hall dove creò, con l’aiuto di esperti, anche uno zoo e un orto botanico. Una passione per la natura in tutte le sue espressioni che la Duchessa condivideva con la sua contemporanea Giuseppina Bonaparte.
Tra le varietà botaniche contenute nella collezione di Margareth, c’erano anche molte rose, tra cui una rifiorente di un bel colore rosso intenso che, secondo la leggenda, le fu intitolata proprio dall’Imperatrice delle rose che la battezzò: ‘Duchesse de Portland’, oggi considerata la capostipite di una classe a cui ho dedicato uno spazio lungo La Via delle Rose che conduce al Roseto di Murta che ho raccontato in diversi dei miei articoli.
La rosa di Portland
La rosa di Portland, probabilmente un ibrido spontaneo tra una R. damascena bifera e una R. gallica viene identificata ufficialmente intorno al 1770 come ‘Portlandica’. Ha un fiore semplice, molto profumato e una buona rifiorenza. Caratteristiche che la promossero presso i vivaisti come pianta madre perfetta da usare per la creazione di un centinaio di nuove varietà orticole poi classificate come Portland o ‘Damask perpetual’ nel mondo anglosassone.
Le rose Portland sono adatte ai piccoli giardini con il loro portamento compatto e ordinato, ereditato dalle Galliche. Alle Damascene devono il profumo. Pur essendo oggi poco coltivate, sono piante di rara bellezza che, tra l’altro, hanno dato origine agli Ibridi Rifiorenti un altro gruppo di rose antiche di notevole importanza storica.
Tornando alla dimora di Wimpole da cui ho tratto ispirazione per questo articolo, è interessante citare che tra i vari frequentatori assidui ci fu Rudyard Kipling che spesso vi si recava per far visita alla figlia Elsie che aveva acquistato la magione con il marito nel 1936. Negli archivi della casa è stata anche trovata una lettera di Twinings del 1950 in cui si racconta che, durante gli anni del razionamento della Seconda Guerra Mondiale, le forniture di tè alla villa erano assicurate. La famiglia ordinava tè indiani che venivano poi conservati nei numerosi tea caddies oggi esposti nelle sale del palazzo, ma un tempo tenuti sotto chiave per paura che la servitù ne trafugasse il contenuto.
Che meraviglia queste storie che si intrecciano, non trovate? Storie di rose che, molto spesso, sono strettamente legate ad altrettanto interessanti storie di tè.
La ricetta di oggi è tratta dal libro ‘Tea-time recipes’ di Jane Pettigrew ed è originaria del Cambridgeshire dove si trova Wimple Hall. Ho fatto una modifica stagionale: pesche al posto dei datteri suggeriti nella versione originale. Dolce ora del tè!

Crumble di avena e cocco con pesche
Ingredienti per 15 porzioni:
225 g di pesche a fette
75 g di cocco rapè
75 g di fiocchi di avena
75 g di farina 00
40 g di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
175 g di burro ammorbidito
Procedimento:
Scaladare il forno a 170°C e foderare una teglia rettangolare (di lunghezza 20 cm circa) con la carta forno. Lavare e affettare le pesche. In una ciotola, mescolare gli ingredienti secchi e unire il burro fuso in modo da formare il crumble. Disporne la metà nella teglia pressandola per bene. aggiungere le fette di pesche e coprire il tutto con la parte di composto restante. Mettere in forno per 25-30 minuti. A fine cottura, far raffreddare e tagliare in quadrati della dimensione desiderata.
Dolce ora del tè!
Sabrina Masnata
3 agosto 2024
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ma che belle rose, ottimi scatti 👍👍👍👏👏😉😊🤗 anche il dolce finale sembra molto invitante 😋😋
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Che gentile, detto da te è un gran complimento. Sì il dolce è di facile esecuzione e molto gustoso! Buon agosto!
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Certo, le rose sono un argomento inesauribile, e sempre sorprendente. Grazie delle bellissime immagini. E del dolce finale, irresistibile 😉
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Eh sì, non si smette mai di imparare e attraverso la storia delle rose si possono approfondire molti argomenti interessanti. Ciao Paola!
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Bella storia abbinata alle rose e al tè. Grazie 😘😘😘
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Ottimo il crumble…
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Sì, puoi anche fare delle barrette da usare come snack. Grazie!
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Grazie per avere letto! Buona estate
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