Ho il piacere di ospitare ancora Nada con un suo articolo nello spazio “Un tè con …” nella rubrica Uno spazio per te per il tè
Da dove nasce un tè giapponese? Dalla lettura della Cerimonia del tè? Da un viaggio a Tokyo? Da una cena a un ristorante giapponese? Troppo facile. Un tè giapponese nasce da un fiore di ciliegio. Il mio è sbocciato su una teiera. Si è poi moltiplicato lungo il manico, sui mug dalle forme variabili, si è posato delicatamente sul piattino. Si è trasformato in ikebana. Ha chiesto sostegno alle aghiformi foglie di tè, a improbabili sushi dolci, ai fragili decori di bacchette porcellanate, a tappetini di bambù, a immagini antiche su libri preziosi. Ha risposto al sogno a lungo coltivato di esserci in un giorno di grazia della vita nel mare di rosa dei ciliegi in fiore.
Eppure non siamo stati del tutto sinceri quando perentoriamente abbiamo affermato che un tè giapponese nasce da un fiore di ciliegio, parafrasando la nota canzone di Endrigo che per fare un tavolo ci vuole un fiore. In verità ci vuole anche la bella lettura de “La cerimonia del tè” di Jiulia Nakamura che, solo dal nome della casa editrice Fiabesca, è tutta una promessa. E ci vuole il ricordo di un viaggio a Tokyo. E infine ci vuole anche una amichevole cena in un ristorante giapponese a Milano dove mi sono mal destreggiata con le bacchette finendo per accettare il gentile e divertito invito del Maitre all’uso di una più patriottica forchetta.
Ma la vera bacchetta magica che ha consentito a tutti questi coadiuvanti elementi di trasformarsi in un tè giapponese, è senza dubbio il Japan Sencha Honyama finest. Se è il tè più diffuso in Giappone un motivo ci sarà. È fragrante, rinfrescante, armonioso nel gusto. Bello nel colore che va a degradare dal verde intenso fino al giallo dorato mantenendo sempre la leggerezza della trasparenza. Richiede acqua a 70 gradi e poca infusione, 2 minuti. Si presenta con foglie allungate, aghiformi, viene coltivato in pieno sole e raccolto da maggio ad agosto. Si accompagna bene ai pasti, e naturalmente al sushi, ma non disdegna qualsiasi altra ora del giorno e compagnia. Si adatta bene anche alla versione ghiacciata.
Non resta da aggiungere che una composizione ikebana per fare di questo tè un autentico tè giapponese e naturalmente qualche inchino o altro cerimoniale.
Facciamo tutto con leggerezza come se tenessimo sul palmo della mano il petalo rosa di un fiore di ciliegio.
Nada
29 maggio 2020
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