Viaggio intorno al tè vi porta alla scoperta del tè in Corea e, in particolar modo nelle scuole e in prigione
Chi ha letto il mio articolo La European Tea Show presso Gourmet Food Festival a Torino avrà visto che ho conosciuto il Professore Brian Park il quale ci ha spiegato il suo progetto sul tè in Corea del Sud e
ci fa fatto fare la degustazione di tè verdi provenienti dalla Corea, dalla Cina, dal Giappone e dall’Indonesia.
Mi è piaciuto moltissimo il suo progetto che porta la cerimonia del tè coreano nelle scuole per combattere il bullismo, nelle prigioni e nei distretti di polizia.
Era da un po’ che volevo scrivere un articolo sulla cultura del tè coreano, l’ho fatto in passato con questo articolo sul Pensiero di un monaco coreano sul tè e credo che sia giunta l’ora di cominciare scrivendo di questo progetto del professore Park.
Educazione del tè in Corea

In Corea l’educazione inizia all’età di quattro anni per imparare a prendere il cibo con i bastoncini. C’è un’altra tradizione popolare dove le persone preparano una bevanda tradizionale, il Sungryung, colando l’acqua di cottura del riso e si condivide con i familiari. Poi c’è quella di bere il tè verde che inizialmente se lo potevano permettere solo le classi agiate, come del resto in tutti i paesi.
Alcuni testi dicono che il tè arriva in Corea direttamente dall’India nel 48 a.C. e altri dicono dalla Cina nel 828.
Oggigiorno, preparare e bere il tè è utilizzato per combattere la dipendenza del gioco e le persone, invece di essere immerse nel gioco si riuniscono per preparare il tè.

La violenza e il bullismo tra studenti è stato risolto attraverso la cultura del tè. Nel programma “preparare e servire il tè” gli studenti che commettono violenza devono servire il tè alle loro vittime e poi viene ricambiato. In questo modo c’è un processo di mettersi nei panni dell’altro.
All’inizio delle lezioni scolastiche viene sempre servito il tè in modo da aumentare la concentrazione e si è visto che l’apprendimento aumenta. Del resto lo dico sempre anch’io ai miei “Percorsi del tè con degustazione” che il tè aiuta a stare vegli, ovvero concentrati dopo pranzo, soprattutto se si fa un lavoro d’ufficio.
Il tè in prigione e nelle stazioni di polizia
La cultura coreana del tè è stata introdotta anche nelle prigioni. Dopo che venivano servite tre tazze da tè (non “mug“) si è notato che le attività celebrali e la concentrazione dei prigionieri aumentava e, quindi, diventavano più efficienti le attività di riabilitative.

Inoltre, la cultura del tè è stata introdotta anche nelle stazioni di polizia.
Il professore Brian Park vuole portare il suo progetto in Europa attraverso il suo programma per ragazzi “SAS tea program” e quello per prigionieri con il “programma CECO”. Per chi fosse interessato mi contatti via mail barbaravola@gmail.com
Barbara
6 dicembre 2019
#Tèmozioniamoci #ViaggioIntornoAlTè
Il tè è cultura,condivisione, valori come il rispetto e le buone maniere.. brava barbara
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Hai ragione Daniela il tè è tutto ciò e oggi abbiamo tanto bisogno di queste cose ….
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