Coraggio, chi di noi, di tanto in tanto, non intona nella vita di tutti i giorni quella canzoncina che faceva capolino nel lungometraggio Mary Poppins diretto da Robert Stevenson ed uscito nelle sale nel 1964? Julie Andrews, interprete della tata di famiglia protagonista dell’intera vicenda, con il suo vestito elegante, il cappello a tesa larga ben fisso sulla testa e l’immancabile ombrellino alla mano, si è imposta come una delle icone degli anni ’60 ed è rimasta impressa nella memoria di numerose generazioni fino a giungere ai giorni d’oggi ed uno dei suoi motti era proprio “Basta un poco di zucchero”.

Il problema, però, è che quando lo zucchero diventa troppo si rischia di avere il mal di pancia e farne indigestione: altre volte, invece, si rimane nauseati giungendo a percepire sapori alterati. Ecco, quest’ultimo caso è proprio quello che è capitato quando io e Barbara, degustando per la prima volta (finalmente!) un tè in compagnia, ci siamo avvicinati alla bocca una tazza del mio amato tè verde giapponese Shizu di cui ve ne avevo parlato Shizu: la “ciliegina sulla torta”.
Complice la mia parsimonia nel non volere gettare le ultime rimanenze ho aumentato, per la prima volta, leggermente il quantitativo di foglie dicendomi “che sarà mai? Al massimo verrà un sapore più pronunciato”: qui mi sbagliavo! Inaspettatamente, l’infuso presentava delle note spiccatamente amare, saline ed erbacee: insomma, di quella dolcezza che tanto mi affascinava rimaneva soltanto una coda persistente, presente certo, ma di sicuro non dominante.
Sono dispiaciuto che Barbara non abbia potuto apprezzare, se non velatamente nella quarta ed ultima infusione, le gioie zuccherine che il tè in questione può regalare ma, dall’altro lato, ho ricevuto la conferma di quello che sostengo da tempo: il tè non è fatto di numeri, tempi e quantità precise. Esso può sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo e persino essere influenzato dal nostro umore mentre tocca a noi saperci mettere in gioco per gioire di quello che ci offre.

In nome di quanto detto, dunque, sia io che Barbara abbiamo ritenuto opportuno inaugurare un articolo, per così dire, “a due mani”, facendovi per quanto possibile partecipi della nostra esperienza perché, nonostante il sapore non fosse quello atteso, la bevanda risultava comunque godibile, seppure diversa dalle aspettative. Ricordandoci dunque che non sempre la vita è dolce, vediamo insieme cosa ci riserva l’altra faccia della medaglia!
Omar

Quello che posso aggiungere è che è stato molto emozionante bere finalmente una tazza di tè assieme ed è quello che mi è rimasto è la condivisione di una tazza di tè bevuta in piacevole compagnia.
La prima tazza era predominante l’amaro ma dopo gli altri sapori, come il salato e l’erbaceo, cercavano di farsi sentire. La terza tazza finalmente si percepiva la nota dolce e, come ha scritto Omar, la vita ci presenta sia il dolce che l’amaro e sta a noi cercare di vedere i lati “belli”, ovvero i lati di luce, che la vita ci propone ogni singolo giorno.
A questo punto non ci resta che augurarvi Buona tazza di tè e
Buon #ViaggioIntornoAlte #Tèmozioniamoci
Barbara
23 gennaio 2019
Il tè può anche esser fatto di tempi e quantità, se servono allo scopo! La vera domanda è: si beve per assaggio, per passare il tempo, per compagnia? La risposta mi pare cambi tutto.
瞬俳人殺
"Mi piace""Mi piace"
Bella domanda… io, personalmente, bevo per isolarmi dal resto del mondo, per bloccare per un istante il tempo, per stare in compagnia eliminando ogni convenzione sociale che, piuttosto che unire, spesso allontana e separa le persone. Il tè, come ho sostenuto nella mia tesi di laurea, ha il pregio di mettere a nudo la nostra umanità facendoci riscoprire, se sappiamo vedere oltre le apparenze, fatti della stessa sostanza!
"Mi piace"Piace a 1 persona
io purtroppo o per fortuna (dipende) dagli scopi… in genere bevo per avere compagnia quando faccio lavori in cui voglio star solo. al contempo ho incrociato gong fu cha e samovar per le stagioni fredde XD mi piace far casino :3 tesi di laurea sul tè? laurea in? dove la leggo? XD
"Mi piace""Mi piace"
Laurea in “Antropologia, Religioni, Civiltà Orientali”, è proprio scrivendola che ho conosciuto Barbara! Un tempo le lauree erano consultabili on-line presso l’archivio dell’Alma Mater ma, da che io sappia, da qualche anno a questa parte non le caricano più! Ad ogni modo se vuoi posso inviartene una copia in privato!
"Mi piace"Piace a 1 persona
se non è un problema… son sempre curioso in materia ;P
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’ha ribloggato su Vagamentè.
"Mi piace""Mi piace"