Il tè inizialmente veniva bevuto dai monaci buddisti perché li aiutava a stare vegli, ovvero

concentrati, durante la meditazione. Grazie ai monaci il tè si diffuse in tutta la Cina meridionale e arrivò in Giappone sempre grazie ad un monaco che scoprì questa bevanda durante un suo viaggio di studio sul buddismo Zen in Cina. In Giappone inizialmente il tè veniva bevuto dai nobili e dai guerrieri e arrivarono a codificare la famosa cerimonia Cha No Yu (acqua calda per il tè) mentre in Cina si beveva e si beve il tè attraverso la preparazione semplice, ovvero senza gesti codificati, del Gong Fu Cha. Poi, per i turisti, hanno trasformato il Gong Fu Cha in qualcosa di più scenografico.

Quest’anno è uscito un bellissimo libro che si chiama “30 insegnamenti zen dei Maestri del tè per cambiare la tua percezione del mondo” di Nicolas Chauvat. Lo scrittore, laureato in scienze politiche, ha un’ottima conoscenza del cinese e del giapponese, appassionato studioso di confucianesimo, taoismo e buddismo.

Quello che ho imparato nei miei ultimi 18 anni, come si legge anche nell’introduzione del libro, che non è possibile un’intesa con gli altri se non si coltiva una relazione sincera e serena con se stessi.

Il mio percorso l’ho iniziato frequentando un corso, come vi avevo scritto in quest’articolo Il tè, il Tao e Pino e continua praticando Qi Gong e Le marce della salute metodo Liu Dong.

Vi consiglio di comprarlo e di leggere un insegnamento al giorno. Tra gli insegnamenti desidero citare:

• Inquietarsi per nulla
• Trovare la felicità nell’infelicità
• Persistere nelle difficoltà
• Difficile introspezione: l’occhio non vede se stesso
• Ogni azione lascia una traccia: il pesce che passa agita l’acqua

Unendo dolcezza e amarezza,

il tè ci permette di comprendere

l’essenza dell’esistenza.

Buon #ViaggioIntornoAltè

Barbara
10 settembre 2018

** foto per gentile concessione di un appassionato del tè Vincenzo Nicocia