Viaggio intorno al tè vi porta alla scoperta del grande ladro del tè Robert Fortune e della Guerra dell’oppio
Finalmente, dopo tre anni, scrivo l’articolo su Robert Fortune. Vi avevo giusto accennato di lui in questo articolo Sono Tè fermentati o Tè ossidati? Viaggio intorno al tè e l’altro giorno scrivendo Il commercio del tè con l’Oriente mi sono detta che era giunta l’ora di parlarne. Chi è Robert Fortune?
Robert Fortune entra in scena, nella storia del tè, a cavallo tra le due Guerre dell’Oppio, dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860. Ma per capire meglio bisogna andare un attimo indietro.
Tè e oppio
Nel XVIII secolo il tè viene importato dall’Inghilterra e viene pagato con l’argento o, di contrabbando, con l’oppio proveniente dall’India.
Avevano creato così la dipendenza dell’Oppio ai cinesi con conseguenze civili e morali.
A quel punto, nel 1829 la Cina cominciò ad attuare misure per combattere il commercio dell’oppio.
Il tè bevanda per tutti
Nel 1784 il Parlamento emanò la Commutation Act e concesse la riduzione del dazio dal 119 al 12.5% sul valore. I consumi di tè aumentarono in Inghilterra, visto che non solo la borghesia ma anche la popolazione si poteva permettere di comprare il tè. La conseguenza fu che aumentarono le importazioni di tè e i cinesi aumentarono il prezzo.
L’oppio
Nel 1796 l’imperatore Jia Wing stabilì la pena di morte per i trafficanti d’oppio. Malgrado ciò, il commercio continuò ad aumentare.
La Cina non accettava di scambiare il tè con le merci provenienti dall’Europa ma voleva solo essere pagata con l’argento e questo creò un grosso déficit nelle casse dello Stato facendo così continuare il contrabbando dell’oppio e si dice che nel 1830 gli inglesi avessero esportato più di 1.650 tonnellate di oppio in Cina. Chiaramente agli inglesi l’oppio veniva a costare poco visto che lo prendevano dalla loro colonia del Bengala.
Primi tentativi di produzione di tè in India

Nel frattempo, in India, cominciarono ad essere fatti dei tentativi per coltivare delle piante di tè provenienti dalla Cina.
Nel 1823 il Maggiore Robert Bruce, un dipendente della East India Company, la Compagnia Inglese delle Indie Orientali, scoprì nella regione dell’Assam una pianta selvaggia di Camellia Sinensis. Nel 1834 suo fratello Charles Alexander Bruce creò la prima piantagione di tè e riuscì a fare una consegna di 12 casse di tè in Inghilterra.
La prima guerra dell’oppio
Personalmente la defininirei al Guerra del tè e nelle righe successive capirete il perchè.
In Cina, nel 1839, per combattere l’oppio, il governo cinese decise di bruciare la merce confiscata e tutti i porti, incluso Canton, vennero chiusi. In seguito a queste “restrizioni” gli inglesi risposero con una serie di interventi militari. Iniziò così la 1° Guerra dell’Oppio che si concluderà nel 1842.
La Cina perse il suo monopolio e con il Trattato di Nanchino, il primo dei cosiddetti “trattati ineguali”, dovette cedere l’isola di Hong Kong alla Gran Bretagna e aprire 5 porti: Canton, Shanghai, Ningbo, Amoy, e Fuzbou.
Nel 1856-1860 ci fu la 2° Guerra dell’Oppio che gli inglesi combatterono a fianco dei francesi. Alla fine di questa l’oppio divenne legale e portò la Cina ad essere sfruttata e sottomessa fino alla fine della 2° Guerra Mondiale.
Robert Fortune e lo spionaggio industriale

Quindi, come vi dicevo, Robert Fortune entra in gioco tra queste due guerre in quanto l’Inghilterra aveva cominciato a provare a produrre il tè in India ma non riusciva a competere con i cinesi, visto il loro livello d’esperienza. Gli inglesi a quel punto decisero di inviare una spia in Cina che osservasse le fasi di lavorazione.
La scelta caddè sul botanico scozzese Robert Fortune in quanto, aveva soggiornato in Cina, per conto della società botanica di Londra, subito dopo la fine della 1° Guerra dell’Oppio, tra il 1842 e il 1845, e aveva quindi imparato un po’ di cinese e conosceva gli usi e i costumi di questo paese.

Quindi, nel 1848, la Compagnia Inglese delle Indie Orientali si rivolse al 36enne botanico scozzese proponendogli una paga cinque volte superiore al fine di assicurarselo. Fu così che nel settembre dello stesso anno Robert Fortune arrivò in Cina.
Stette tre anni in Cina e scrisse un diario dove annotò le sue impressioni e avventure di questo suo soggiorno alla scoperta dei segreti della produzione del tè. Robert Fortune può essere considerato il primo ad avere fatto lo spionaggio industriale per carpire le fasi della lavorazione del tè, oltre a prendere i semi e le piante da spedire in India.

Robert Fortune si vestì da cinese con tanto di fronte rasata e coda lunga (origine Manciù), come aveva imposto l’imperatore per uniformare la Cina almeno dal punto di vista estetico, e si fece chiamare Shing Wah. A chi gli chiedeva da dove venisse gli rispondeva balbettando “vengo da una provincia dietro alla Grande Muraglia”. Del resto allora non esisteva certo internet per verificare la veridicità.
In quel periodo se uno straniero veniva trovato all’interno del Paese era punibile con la morte e visto il suo accento e l’altezza mandò avanti dei cinesi a cercare il tè. Dubitando delle piante e dei semi che gli avevano portato decise di andargli a cercare lui stesso.

Scoprì che non esistevano due piante diverse e scrisse: ” il tè verde e il tè nero provengono dalla stessa pianta e la differenza di colore, di gusto deriva solamente dai differenti modi di lavorazione”.

Nel 1848 organizzò la prima di spedizione di semi che arriveranno marci a Calcutta. L’anno seguente spedì le piantine di tè utilizzando le casse di Ward, ovvero delle piccole serre portatili. Purtroppo, per vari motivi, ne arrivarono solo poche.
Nel marzo del 1851, 20 mila piantine di tè accompagnate da 80 operai specializzati nella manifattura del tè partirono a bordo della Island Queen e questa volta la merce arrivò in buono stato per iniziare la produzione del famoso Darjeeling, nelle prime pendici dell’Himalaya.
Robert Fortune ritornò in Cina tra il 1853 e il 1856 per reclutare altra manodopera per sviluppare la cultura del tè in India su larga scala.
Desidero, infine, informarvi che dobbiamo a lui la presenza nei nostri giardini di 200 piante tra cui: gelsomino, rododendro, caprifoglio, azalea.
Spero che questo viaggio storico vi abbia emozionato. E’ stato un piccolo viaggio per capire meglio questa bevanda che ha fatto nascere conflitti, contrabbando, spionaggio industriale, tradizioni, odi e amori.
Se volete approfondire ecco altri due articoli: Il commercio del tè con l’Oriente e Sri Lanka e i 150 anni del Tè.
Buon #ViaggioIntornoAlTè #Tèmozioniamoci
Barbara
27 maggio 2017
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*foto reperite nel web
Viaggio intorno al tè – Passaggio a Nord Ovest
Ad aprile 2018 finalmente Alberto Angela ne parla nella sua trasmissione televisiva “Passaggio a Nord Ovest”. Non potevo crederci e da allora RAI1 ha replicato la puntata che potete vedere in questo link “La storia di Robert Fortune“. Finalmente si parla della guerra del tè e non più della guerra dell’oppio….
Qui trovate anche l’ufficio stampa della RAI che ne parla Alberto Angela racconta la storia di Robert Fortune
Non conoscevo la storia di Robert Fortune. Grazie mille 🙂
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Sono in pochi a conoscerla
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Lo spionaggio del tè davvero interessante, non conoscevo questa storia.
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Isabella sono in pochi a saperlo. Gli inglesi, chiaramente, ne parlano sono recentemente…
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Bellissima storia quella di Fortune
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Sì Giovanna bellissima 😊
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Fortune ha fatto un bellissimo viaggio avventuroso
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Alessandra, considerando il periodo storico, lo è stato 😀
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che coraggio ha avuto a adentrarsi in un Paese sconosciuto e dove gli stranieri non erano graditi
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Cinzia veramente coraggioso. Abbiamo avuto tanti personaggi storici con questo coraggio
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